Sito Ufficiale di Michelangelo Bartolo
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Non conosco il medico Bartolo perché, pur avendo studiato medicina, i medici non li frequento, non ho mai avuto nemmeno il medico della mutua. Michelangelo Bartolo l'ho scoperto con il libro “La Nostra Africa”. Quanti interessi in comune con Bartolo scrittore, il piacere del
bel linguaggio letterario, la vena ironica sempre presente, l'amore per l'Africa. E' stato come leggere la sceneggiatura di un film e il mestiere che faccio mi ha riportato alla memoria i film di Chaplin, quelli di alcuni autori del neo realismo italiano, Monicelli, Germi, Zampa, Comencini, un cinema che parlava di umanità, dei suoi drammi, fortemente caratterizzato da un linguaggio ironico chiaro e diretto.
“Sognando l'Africa in Sol Maggiore” conferma Bartolo scrittore autentico tra quelli che quando lo conosci hai voglia di scrivergli una mail per chiedergli "A quando il prossimo libro?".
Commento di Paolo Bianchini
Regista
165 - Gioia e le altre
L’autore, Michelangelo Bartolo, è un medico angiologo, dirige il servizio di Telemedicina dell’Ospedale San Giovanni di Roma e, da alcuni anni, si cimenta anche nella stesura di romanzi con risultati molto apprezzati.
Questa è la sua terza opera di narrativa...
Germano Baldazzi inviato il 7 settembre 2016 dal Blog
https://recensionidigermano.blogspot.it/2016/09/gioia-e-le-altre.html?m=1
164 - Gioia e le altre
L'autore, Michelangelo Bartolo, con la sua " Gioia e le altre", ha voluto innescare una tematica, molto toccante, e per la sua atavica attualità e perchè il problema è comune in molte famiglie. Su questo argomento, la cultura nordica è un po' diversa dalla nostra, del profondo Sud, ove però, da qualche tempo sta subendo una latente metamorfosi, dovuta a problemi lavorativi ed organizzativi, che in una titpica famiglia, monoreddito, si innescano. E quando la debolezza del corpo si fà più eveidente, la casa di riposo sembra essere l'unica soluzione, la più normale, la più fisiologica; soluzione a cui Gioia, in modo delicato ed originale, si oppone. Così che, da lei stessa, nasce l'idea, durante una visita alla sua amica Anna, colpita da un ictus,, di condividere con altri, progetti ed aspirazioni, e nella fattispecie è determinante l'incontro con l'assistente sociale, che per lei è divenuta irrinunciabile: poter trascorrere in compagnia la parte della sua vita a casa propria, senza dover ricorrere a soluzioni istituzionalizzate, come vorrebbero i suoi figli.
Nuccio Macrì inviato il 25 aprile 2016 da FB
163 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Esperienze come queste servono a infondere coraggio e fiducia in un mondo migliore.
Attuale più che mai documenta un mondo diverso, lontano, attraverso l'esperienza Dream. Da leggere sicuramente.
Betty.S, inviato il 20 febbraio 2016 dal Manuale di Mari
162 - Gioia e le Altre
Bellissimo, letto tutto d'un fiato! Scorre in modo gradevolissimo, a tratti ironico, pur affrontando una problematica importante e molto attuale.
Complimenti.
Laura Manzini, inviato il 09 febbraio 2016 da FB
161 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Niente di più attuale, anche alla luce dei drammatici eventi, di quegli sbarchi - segno di una disperata fuga da luoghi incerti e pericolosi - quei paesi africani e non solo - che non spariranno mai dai cuori di coloro che li hanno lasciati perchè sono la loro origine, la loro vita, i ricordi e le speranze...Un continente da difendere e amare con tutti i mezzi, no per ultimo i libri.
Monika Madrigali, inviato il 06 febbraio 2016 dal Manuale di Mari
160 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Tema attuale... ambientato in luoghi lontani dalle nostre abitudini, dalla nostra quotidianità.
Fa riflettere.
Lisa, inviato il 3 febbraio 2016 dal Manuale di Mari
159 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Dalla trama già mi sento coinvolta da questo libro dove l'autore racconta la sua avventura in Africa.
Mettere nero su bianco ciò che si vede, che si percepisce in una realtà lontana da noi... dove esistono problematiche serie... fa comprendere molte cose. Mi piacerebbe molto avere l'opportunità di leggere questo libro.
Marinella, inviato il 30 gennaio 2016 dal Manuale di Mari
158 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
L'Africa mi ha insegnato tante cose, vivendo lì ho cambiato prospettiva ed ora sono una persona migliore, secondo il mio punto di vista. Leggendo queste righe è subentrato prepotente il desiderio di prendere il primo aereo e tornare là.
Francesca, inviato il 29 gennaio 2016 dal Manuale di Mari
157 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
L'Africa il continente profumi, dei colori e dei problemi di malnutrizione, salute e acqua non potabile.
Mi piacerebbe leggere questo libro tutto in un fiato.
Patrizia, inviato dal Manuale di Mari il 27 gennaio 2016
156 - Gioia e le altre
Si legge bene; molto coinvolgente in particolar modo per gli anziani, occorre divulgarlo. L'autore ci può dare qualche suggerimento su come rintracciare GIOIA su F.B. ?
Nazzareno Filipponi, inviato da FB 2 gen 2016
155 - Gioia e le altre.
Ho letto "Gioia e le altre" e veramente non sono rimasta delusa scritto con la stessa leggerezza degli altri primi due anche se il tema e commovente e soprattutto molto attuale e fa riflettere non meno degli altri .Bravo Michelangelo ti aspettiamo allo Strega . Gabriella Manzo Duranti Inviato da facebook 11 dic 2015
154 - Gioia e le altre
Bartolo e' come il Barolo migliora col tempo e di libro in libro: produce ogni volta sensazioni nuove ma con un retrogusto riconoscibile, familiare, amico! Ho impiegato un po' piu tempo di Andrea Zavitteri a leggerlo, perche' ho rivissuto emotivamente molte situazioni simili della mia famiglia ed ho voluto rianalizzarle a distanza di tempo! Grazie per questo libro e per tutto il resto_ dentro e fuori al San Giovanni !
Paolo Vallarelli 10 dic dal Sito
153 - Gioia e le altre
L'ho letto in un baleno. Complimenti. puoi scrivere su qualunque soggetto che vieni subito avvolto e affascinato. Non so se catalogarti scrittore-dottore o viceversa. In tutti e due i campi sei sempre affascinante e bravo.
Andrea Zavitteri 9 dic 2015 e-mail
152 - La Nostra Africa
E' proprio vero, l'Africa è Nostra, di tutti. Sono stata in Zambia e ho imparato moltissimo da quel viaggio. E continuo ad imparare tutt'ora, anche attraverso le pagine di questo meraviglioso libro, da questa nostra meravigliosa Africa. Grazie all'autore per aver condiviso con noi la sua esperienza.
Laura inviato il 16 ottobre 2015 dal Sito
151 - Sognando l'Africa in Sol Maggiore
Grandi temi trattati con rispetto e leggerezza...mi è venuto il mal d'Africa senza esserci mai stato!
Grazie e a quando il prossimo!?
Franco De Mattei inviato il 20 luglio 2015 dal Sito
150 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Adoro l'Africa perchè ciò che si dice su questo fantastico continente è verissimo: una volta che ti è entrata nell'anima,non ne esce più. Adoro anche le storie che ruotano intorno alla medicina e stimo profondamente tutti quei medici che si prodigano con il loro lavoro sia in Italia che all'estero. Con queste premesse non posso non leggere questo splendido libro.
Federica inviato il 16 luglio 2015 dal Manuale di Mari
149 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Se si parla d'Africa io lo leggo.
Alessandra inviato il 25 giugno dal Manuale di Mari
148 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Il lavoro del DREAM avviato e raccontato dall’autore, in gran parte sottoforma di diario nel primo suo romanzo, prosegue in questo secondo volume: “Sognando L’Africa In Sol Maggiore” come prosecuzione narrativa di evoluzione di eventi, di presentazione di nuovi personaggi, tratteggio di nuovi profili e quadri descrittivi di nuovi ambienti, di valutazioni sulla cooperazione, di risultati raggiunti, di resoconti e di nuove possibilità.
Una narrazione, quindi, ancora secondo formula racconto-diario, ma a se stante, che non poteva che iniziare con il tema del viaggio nel viaggio, espressamente trattato in più capitoli; parlare del viaggio fisico significa legare il viaggio stesso alla materia che lo compone: spirito d’avventura, stanchezza, pazienza, volontà di operare il bene senza calcolo di alcun rischio. Sin dal titolo, intrigante ed eloquente, il libro pervade il lettore con la sua grande forza espressiva, persuasiva, indicativo di come la delicatezza d’animo deve tramutarsi in energia e in gesti concreti. E’ sempre lui, Federico Carlesi, il protagonista di questo secondo romanzo; con lui l’inseparabile compagno, suo omonimo, fisioterapista, alle prese con una nuova missione. Sullo sfondo è sempre l’Africania , quella zona che consente di parlar più franco e di testimoniare come “In un mondo dove è tutto globalizzato, globalizzare la Sanità dovrebbe diventare un obiettivo di mantenimento del benessere e non della cura necessaria”.
La scrittura col suo ritmo incalzante, ha il ritmo del viaggio reale compiuto da Bartolo e dai suoi compagni che man mano si accompagnano a lui: la frenesia del salire e scendere da un volo all’altro per coprire distanze enormi per il raggiungimento dei Centri; il fremito dei vari spostamenti in taxi, in macchina per raggiungere i vari alberghi; l’agitazione per le strade rumorose delle città, spesso invivibili ( Dar es Salaam), pericolose ((Nairobi). Tutto trova perfetta corrispondenza, quindi, con la frenesia che si avverte nelle pagine del romanzo, ora con toni drammatici, ora con forte ironia, ora con grande senso umoristico o con velata malinconia. Una scrittura scorrevole ma incisiva, che informa, aggiorna, fa riflettere, fa sorridere e star bene, che si scontra con i tempi lenti della burocrazia dell’Africa e spesso con la confusione, ma che diventa il suo cuore pulsante, sua parte integrante, efficienza, come il lavoro nei centri DREAM e la sperimentazione della sanità globalizzata che diventa, in Africa e con questo libro, “Solidarietà globalizzata”. Da queste pagine emerge, come già nel primo romanzo del resto, tanta bellezza e tanta generosità che insieme si adoperano a mitigare con la - Cura - l’immenso dolore di buona parte della popolazione africana per la sofferenza dovuta all’HIV, all’Aids , alla Malnutrizione, alla Povertà’… perché la generosità va aldilà del bene fatto solo se ricevuto, solo se ricambiato. L’autore racconta non solo il suo amore e quello del suo team per l’Africa, ma racconta l’amore dei tanti che collaborano con lui e che permettono di agire il bene … I diritti d’autore di questo libro sono, infatti, devoluti interamente ai programmi di telemedicina in Africa e occorre ricordare che fu proprio dal successo del primo,“La Nostra Africa”, che nacque la: “Global Health Telemedicine”, la Onlus che, oggi, garantisce teleconsulti polispecialistici ai centri sanitari più sperduti dell’Africa.
La dinamicità della narrazione di “Sognando …”, stimola a seguire senza posa le avventure nei Centri e nei vari ambienti correlati, induce a rinfocolare le coscienze e a cercare soluzioni, ma permette anche di sognare una realtà altra non solo per l’Africa ma anche per i lettori: la guarigione della malattia e dei mali africani, la guarigione dei propri mali interiori (la conflittualità, la scontentezza, l’assenza da sé e quindi anche dal mondo), senza operare scarti. Tutto accade con semplicità di linguaggio, in modo diretto, lineare, con precisione di particolari, in maniera autentica, con estrema leggerezza, con espressione chiara, con incanto e disincanto naturale a secondo delle circostanze, con vivacità, con armonia.
“Sognando l’Africa in Sol Maggiore” potenzia la pienezza e l’efficacia della scrittura di M. Bartolo. Godibile, con punte di originalità dovute a una terminologia che si sposta in alcuni casi da una forma essenziale ad una forma ricca, sovrabbondante, nonostante la materia narrata ; ciò è riscontrabile negli spostamenti, nella descrizione di tutto ciò che vede, che è oggetto di vendita, lungo il percorso per le strade cittadine o in altre situazioni come la descrizione minuta di volti, figure, ambienti, in tutto ciò che stride con il resto, che serve a inserire nel romanzo quasi in modo silenzioso temi e problematiche importanti che non devono passare inosservate. Approfitta dei tratti fisici e caratteriali di personaggi come Omary (tassista), per sottolineare l’importanza del rapporto di fiducia fra le persone, e il tema ancora più bruciante di quella che è in Africa la loro aspettativa di vita (solo 51anni). Utilizza la trattazione leggera di una notte insonne a causa di una zanzara per mettere in evidenza quanto irrilevante fosse il suo disagio rispetto alle motivazioni che lo hanno spinto alla missione, rispetto alla diversità della condizione ambientale che egli vive in quel momento, e per richiamare alla mente il nome, Malaria, che ancora oggi in Africa, e non solo, crea allarme più di quanto si possa immaginare. Passando poi, attraverso progetti, confronti e formule come: “Radio taxi della sanità” e “Mobile clinic” non si può non riflettere sul fatto che : “ La pazienza è l’arte dei forti” e che come recita un altro proverbio e ribadisce l’autore “ Il paziente vale più di un eroe, - poiché - chi domina se stesso val più di chi conquista una città”.
Bartolo riesce a fare il punto della situazione sulla cooperazione internazionale, sulla Exit strategy, con molta lucidità perché ben conosce luoghi, ambienti amministrativi e sanitari, situazione sociale e tipologie di gruppi cooperanti. Lo fa con tatto, ma anche con estrema veridicità e non senza una punta di vera ironia.
Varie tappe della narrazione passano attraverso il duro lavoro dei volontari attivi nei programmi DREAM e nella GHT, nella casa famiglia e centro di riabilitazione di Iringa , la Nyumba Ali , e nella Faraja Hause dove operano dei religiosi; altre attraverso le sofferenze e le credenze dei tanti che dubitano della cura e che si avventurano, vinti dalla disperazione, per le terre del cratere Ngorongoro verso Samunge per conoscere il profeta e attingere alla medicina miracolosa - le radici della mugariga- ; o ancora attraverso ciò che rappresenta quel misto di credenze tribali e religiose che ammantano le questioni di tipo economico legati a temi scottanti come l’infibulazione (Masanga, regione del Mara). Tanti altri fili, i più, sono tessuti dai volti di tante donne ( Paula, Vanny, Lidia, Pacem …) che attraverso il dolore e la rinascita sono diventate portatrici di nuova linfa spendibile nei vari laboratori, nelle scuole di formazione sanitaria, nelle visite ai pazienti a domicilio ( Arusha, Iringa, Malawi).
Un romanzo che reca fra le pagine un germe nuovo: una progressiva femminilizzazione dei Centri e degli ambienti sanitari. Segni e semi già presenti nel volume de “ La Nostra Africa”, che adesso assumono però nuovi contorni , ovvero quelli di una diversa caratterizzazione di genere della missione operante nel Continente.
Poi, in un giorno di riposo, Domenica, con l’aroma della caffettiera che inebria le narici e la stanza e predispone al gusto, un momento di malinconia entra a rovistare l’animo di Federico che decide di rispolverare così la sua chitarra, troppo a lungo trascurata ; nel tentativo di un primo accordo il suono è straziante, ma il momento è intimo e merita assoluto rispetto, è un tentativo di ritrovarsi empaticamente … Così dopo le note malinconiche diventa forte il bisogno di ritrovare energia passando al Sol maggiore; una Sim a fare da plettro e via … Il suono frizzante rende allegro il momento e trasforma emozioni e pensieri allontanando la stanchezza e dando nuova vitalità. In Sol maggiore è tutto più accettabile, brioso, poiché regala la carica necessaria per vivere e operare in Africa.
Giulia Aloia inviato il 25 giugno 2015 dal Sito
147 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Bravo Michele ho letto il libro mi è piaciuto molto
Non è facile rendere leggera una realtà così pesante e drammatica
Senza mai volere suscitare pietà
Ma con un senso di profondo rispetto per loro
Riuscire a dare una speranza ma reale concreta
Sapere che in qualche modo
Può esserci per questa gente un futuro
Non briciole di vita
Ma vita con tutte le difficoltà certo
Ma vita
Questo trasmette per me il tuo libro
Ora devo leggere il primo
Valeria Guazzo inviato il 24 giugno 2015 dal Sito
146 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Adoro i libri dovesi scrive di altre culture, si impara ad amare le cose lontane e sconosciute.
Rosita inviato 11 maggio 2015 dal Manuale di Mari
145 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Ottima scrittura, interessante libro per chi non potendo viaggiare fisicamente può farlo mentalmente grazie all'esperienza e alle vicende vissute dall'autore.
L'Africa sognata....e vissuta.
Eleonora inviata il 30 aprile 2015 dal Manuale di Mari
142 - Sognando l'Africa in Sol Maggiore
Leggendo l'ultimo libro di Michelangelo Bartolo: Sognando l'africa in sol maggiore, sono ritornata un po' in quella che ormai io definisco anche la mia terra, già la mia terra, perché lì - in Africa - mi sono sentita a casa sin da subito lì e si sa, la tua casa è dove si trova il tuo cuore, e un pezzo del mio cuore ormai è in quella terra.
La gioia, la familiarità dei racconti, il dolore, la commozione, le abitudine, le usanze, la magia di quella terra, questo ho rivissuto leggendo il libro, in effetti ho scoperto anche delle cose che non immaginavo, come ad esempio, il saluto che in Burundi la gente del posto mi porgeva presentandosi, e che è comune anche alla tanzania, in pratica quando ci si presenta ad una persona, in burundi si porge la mano destra,mentre quella sinsitra regge il gomito di quella destra, io pensavo solo fosse una gesto di estremo rispetto e delicatezza e invece leggendo un passo del libro, ho scoperto che l'origine di questo gesto ha motivazioni antiche: dare la mano, mostrando di fatto anche l'altra vuol dire che ci si presenta sicuramente disarmati e cn sentimenti di fiducia verso la xsona che si sta conoscendo, pare infatti che tra i Masai, alcuni omicidi iniziassero proprio cn una cordiale stretta di mano mentre con l'altra nascosta ti colpivano.
Ho ritrovato in questo libro, ciò che una volta, un mio caro amico burundese mi ha detto:"Melania, noi dobbiamo imparare a fare le cose serie ma prendendoci non troppo sul serio.E quindi ho letto questo libro tra risate e pianti.
Melania inviata il 26 marzo 2015
143 - Sognando l'Africa in Sol Maggiore
Ci sono tanti modi di vedere l’Africa. Attraverso gli occhi di un turista venuto con la promessa di safari e tramonti mozzafiato, di un prete missionario, o di un imprenditore a caccia di materie prime e manodopera a basso costo. Eppure l’impressione è che l’Africa sia difficile da spiegare. Quasi impossibile. Troppe le contraddizioni. Troppe le sfumature tra povertà e ricchezza, tra religione e paganesimo, natura e mistero. Il Continente più antico del mondo resta inafferrabile, impalpabile. Come fosse un sogno.
Ed è da questa certezza, l’unica, che parte Michelangelo Bartolo, con “Sognando l’Africa in sol maggiore”. Cioè dall’idea che il continente più antico del mondo può essere sì vissuto, ma non spiegato. Allora, per ridurre lo scarto che separa l’autore dal lettore, Bartolo inizia con una scelta narrativa precisa: la forma del diario. Consegna ai lettori la sua umile esperienza soggettiva. Nessun trattato di antropologia. Nessun saggio in terza persona. I suoi occhi sono quelli del medico partito per diffondere un programma di telemedicina in grado di migliorare le condizioni di salute di decine di migliaia di persone malate di Aids. Ma sono anche gli occhi di un cittadino italiano e di un uomo qualunque, catapultato in una realtà estranea alla sua, che passa da un hotel all’altro, dalla Tanzania al Kenia, attraverso strade polverose, tassisti imbroglioni, voli a basso costo, rituali pagani, malati moribondi. Un viaggio tra l’Inferno e il Paradiso di un’umanità brulicante e misteriosa.
Il risultato è uno straordinario microcosmo, tratteggiato in uno stile semplice e autoironico, ricco di accurate e colorite parti descrittive, senza i fronzoli e gli stereotipi che la narrazione occidentale ci ha dato dell’Africa. Tanto che lo scopo originario del viaggio – quello reale, del medico – passa in secondo piano (per quanto quello scopo sia nobile, autentico). Prima di tutto viene l’esperienza umana, la testimonianza profonda del servizio dell’autore-medico, a fianco dei più vulnerabili e dei più deboli. Degli ultimi.
E così, alla fine, l’autore ci riesce. Anche chi quel Continente non l’ha conosciuto, viaggiando tra le pagine del romanzo, può toccarlo con mano, può tuffarsi, almeno per un attimo, negli stupendi, sofferti scenari rappresentati, respirando emozioni intense e vivendo attraverso gli occhi dell’autore le medesime situazioni. Soprattutto può misurarsi, grazie all’autore, con le forti contraddizioni di un territorio segnato da insanabili ingiustizie ma traboccante di fascino e vitalità. Lontanissimo anni luce dalla nostra realtà, dove si muore facilmente per malattie da noi facilmente curabili. Un universo – umano e sociale - da cui ricominciare a credere e a sognare.
Maria Esposito Vulgo Gigante inviato il 26 marzo 2015
144 - La Nostra Africa
Carissimo, poche volte mi succede di rileggere un libro! Oggi in un ufficio a Ira mi ero portato come al solito un libro per passare il tempo , perchè, come ben sai, a volte c’è parecchio da aspettare. “La nostra Africa” e mi sono messo a ‘rileggerlo’: ho dimenticato tutto e tutti lì attorno e il tempo è volato. Ancora ‘bravò’.... Le parole scorrono veloci e piacevolmente in serenità, un’ironia sempre latente e presente ma simpatica, una tua ‘presenza’ tra le righe che ti fa sentire vicino! E intanto spieghi e descrivi lavoro e necessità con grande convinzione e ‘furbo’ entusiasmo! Mi piaceeeeeee e mi rileggerò anche ‘Sognando l’Africa in sol maggiore’.... Ecco, te l’ho detto e ancora mi congratulo.... Coraggio, vai con il terzo!
A presto e buon lavoro.
P. Franco Sordella inviato il 29 aprile 2015
141 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Adoro viaggiare, ma anche leggere le esperienze di viaggio di altre persone. Si può viaggiare per tanti motivi, io, per esempio, viaggio per conoscere un posto e la gente che ci vive e poi c’è il dottor Bartolo che viaggia, non solo per conoscere il posto in cui va, ma anche per aiutare le persone che ci vivono…sicuramente un esperienza di vita molto ricca, che mi piacerebbe comprendere leggendo questo libro.
Laura Santoro inviato il 26 febbraio 2015 dal Manuale di Mari
140 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
La conferma è sempre piu' difficile del debutto.Insomma,"Sognando l'Africa in sol maggiore" è la prova definitiva del fatto che questo medico che si improvvisa scrittore,ci sa fare. Un libro divertente ma profondo,intenso ma mai pesante,intriso di storie coinvolgenti ed emozionanti che catturano perché sono testimonianza pura e reale di una persona che lavora e si sacrifica per il diritto inderogabile della vita,nonostante mille difficoltà. Risulta impressionante come l'autore riesca a trattare temi drammatici e seri con vivacità e con una sottile vena ironica,caratteristica indistinguibile del suo stile. Le straordinarie esperienze dello scrittore ci ricordano,in un mondo sempre piu' noncurante e materialista,quanto sia prezioso,insostituibile e meraviglioso il dono della vita.
Alessandro Zavatti inviato l' 11 febbraio 2015 dal sito
139- La Nostra Africa
Amo questo libro. amo il lavoro che fa l'autore, il programma di cura e speranza a cui partecipa, il modo leggero e coinvolgente che ha di raccontare grandi successi ma anche grandi tragedie, per far riflettere senza appesantire ma dando speranza e credendo che sia davvero possibile cambiare il mondo, con la forza debole dell' impegno e dell'amore. Un libro che tutti dovrebbero leggere.
Giada De Cesaris inviato il 20 gennaio 2015 dal Manuale di Mari
138 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Libro godibilissimo. Serio e divertente: essere entrambe le cose non era facile, mi sembra che l'esperimento - peraltro recidivo - sia perfettamente riuscito. Volendo rimanere nella metafora del titolo direi che conoscere l'Africa in questo modo, cioè amandola, permette a chi è maggiormente familiare del giro di Sol maggiore di apprezzarne anche altri scoprendo nuove musicalità. E si tratta di musicalità fresche e coinvolgenti pur scaturendo da vicende vissute in posti spesso remoti e apparentemente irrilevanti. Grazie per questa... musica dal suono melodioso e umano.
Gaetano Marino inviato il 14 gennaio 2015 inviato dal Sito
136 - Sognando L'Afrca in Sol Maggiore
Ho letto questo inizio di avventura africana… molto molto coinvolgente… in un attimo ci si cala nel personaggio e nel racconto… complimenti!!!!
Secondina inviato il 9 gennaio 2015 dal Manuale di Mari
137 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Adoro Michelangelo Bartolo,il suo primo libro La Nostra Africa mi ha rapito ,divertita,commossa, coinvolta.
Sono certa che anche stavolta, usando il suo stile scanzonato e profondo,ha saputo trasmettere emozioni intense,aiutandoci a capire un mondo che spesso guardiamo senza comprendere.
Giada De Cesaris inviato l'11 gennaio 2015 dal Manuale di Mari
135 - Sognando l'Africa in Sol Maggiore
Ho letto il libro del Dott Bartolo ,e l'ho trovato molto coinvolgente , scritto in maniera divertente ma non dimenticando mai i veri problemi dell'Africa
Loredana Martoglio inviato il 03 gennaio 2015 dal sito
134 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Bellissimo questo lbro, profondo come solo i sentimenti africani sanno esserlo…
Fiorella del 03 dicembre 2014 dal Manuale di Mari
133 - Sognando L'Africa in Sol Maggiore
Michelangelo Bartolo, ormai un innamorato del Continente Nero, in "Sognando L'Africa in Sol Maggiore, ci conduce - con stile immediato e scorrevole - alla scoperta della vita quotidiana dei paesi da lui frequentati. Mi piacerebbe gustare per intero questo reportage. Promettendo poi una recensione precisa e sincera.
Gaetano inviato il 2 dicembre 2014 dal Manuale di Mari
131 - La Nostra Africa
La nostra Africa racconta di un medico italiano che trascorre molta parte del suo tempo in Africa per implementare un progetto per il trattamento (gratuito) dell'AIDS. E' un libro che parla di vita, di difficoltà attraversate e di rinascita, rinascita di tanti malati che avendo finalmente accesso alle cure ritornano a vivere. E' un libro anche divertente, che riempie il cuore. E' un libro che parla di giustizia e amore. E' un libro da leggere
Silvia Folloni del 23 febbraio 2013 da Amazon
132 - La Nostra Africa
Come al solito Michelangelo Bartolo arricchisce il suo racconto con fantastiche e avvolgenti descrizioni di questo stupendo paese :L'Africa: Ho conosciuto grazie a lui zone e luoghi impensabili come la Riserva Naturale intorno al cratere di Ngorongoro in Tanzania.
Il suo umorismo accompagna come al solito le descrizioni rendendo anche divertente oltre che interessante quanto gli accade
Riccardomaria del 01 settembre 2014 da Amazon
130 - Sognando l'Africa in Sol Maggiore
Michelangelo Bartolo – detto Michele – è indubbiamente recidivo: dopo circa due anni, torna in libreria con un nuovo volume: Sognando l’Africa in Sol maggiore.
Ieri sera, 2 dicembre 2014, nella bella sala della Protomoteca del Campidoglio – con il Colle un po’ in subbuglio per via delle operazioni di polizia che lo avevano appena attraversato – lo ha presentato alla città.
Come in occasione del precedente volume d’esordio – La nostra Africa. Cronache di viaggio di un medico euroafricano – la presentazione è stata affidata ad una équipe di livello: Mario Marazziti, giornalista e deputato; Roberto Gervaso, scrittore e Paolo Masini, assessore capitolino, “moderati” (garbatamente) da Christiana Ruggeri.
Bartolo prosegue il suo racconto di medico “missionario” impegnato nella cura dell’AIDS, in giro per l’Africa, tra Mozambico e Tanzania, Kenya e Malawi, nonché in Africania, dove il pudore chiede di tacere il vero nome dei luoghi ove si svolgono i fatti, i quali – contrariamente a quanto di solito dichiarato nel disclaimer di rito – non sono inventati né casualmente riferiti.
Nel volume si narrano storie minute e divertenti, intriganti ed avventurose, raccontate con passione, ironia e garbo, tanto che quasi ci si dimentica che si sta parlando proprio della lotta ad una delle più terribili malattie conosciute nella storia dell’umanità – l’AIDS – in uno dei continenti meno “attenzionati” del pianeta.
Bartolo è uomo poliedrico: medico angiologo, diventa esperto di telemedicina, che applica con maestria ed intelligenza al contesto africano, consentendo il monitoraggio a distanza in Europa dei tanti pazienti raggiunti dal programma DREAM, di cui egli è attivo animatore
Cliente Amazon 11 dicembre 2014
129 - La Nostra Africa
Per chi ama L'Africa e conosce le sfumature di questa terra non può non leggere questo libro. La mia sensazione è stata di vivere accanto all'autore in molte delle sue situazioni descritte spesso con uno speciale senso dell'humor. Un grande osservatore !!!
Alida Vanni del 05 novembre 2014 da Amazon
128 - Sognando l'Africa in Sol Maggiore
Ho letto questo libro e non posso che essere pienamente d'accordo con quanto afferma Andrea Camilleri . Ho provato veramente la sensazione di trovarmi in Africa grazie alle descrizioni.Ho riso e ho capito tante realtà africane a me sconosciute ma anche tante realtà italiane che affermano la volontà di professionisti di mettersi a disposizione per aiutare chi soffre.Complimenti all'autore per questo lavoro e per la sua attività di scrittore senza tralasciare quella ,per me fondamentale,della musica capace di arrivare al cuore e alla mente.Grazie a Michelangelo Bartolo
Di riccardomaria il 14 agosto 2014 da Amazon
127 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
Il secondo libro di Michele Bartolo ci prende e ci incuriosisce già dal titolo. Lo seguiamo nel suo viaggio in un mondo surreale, primitivo tra “ profeti “, guaritori e gente che non ha perso la speranza di vivere. I viaggi della speranza si svolgono qui percorrendo chilometri di terra desolata. Il racconto è sempre permeato dal tono scanzonatorio dell'autore che riesce così ad alleggerire la drammaticità degli avvenimenti. Una novità è l'arrivo dell'amico Domenico che, con il suo carattere schivo, serio e sensibile sembra quasi fuori posto in un luogo così aspro e contrasta con le battute sempre ironiche dell'autore. Porterà sempre nel cuore le impressioni ricevute. Attraversiamo la Tanzania, il Kenia, il Malawi, sentendo la fatica del viaggio, i disagi, la povertà, la malattia, la speranza in un crescendo che lo stesso scrittore sottolinea e che culmina nell'ultimo capitolo con un accordo su una vecchia chitarra che fa dimenticare la stanchezza, dà energia e ci indica come bisogna vivere questa avventura umanitaria.
Nella De Pietro, inviato il 16 ottobre 2014 dal sito
126 - La nostra Africa
Sembra, ad un primo approccio, una serie di appunti di viaggio con la narrazione delle peregrinazioni nei paesi africani dove si snoda il racconto; invece, a mio parere, è molto di più: è il resoconto della realizzazione di un progetto che diventa stile di vita.
L’autore, Michelangelo Bartolo, angiologo, direttore di telemedicina all’ospedale San Giovanni di Roma, ha pubblicato il suo e- book nel 2012; fa parte della comunità di Sant’Egidio e si dedica con convinzione e grande forza d’animo al progetto “dream” fin dal 2001. Esso ha lo scopo di costruire in Africa degli ospedali per curare la piaga dell’AIDS e per favorire la nascita di bambini sani da donne HIV positive. Il progetto è certamente ambizioso e le difficoltà incontrate nei suoi soggiorni in Tanzania e Mozambico sono state tante da scoraggiare molti, ma il suo stile di narrazione è rimasto accattivante e appassiona il lettore; anche nelle vicende più difficili, la battuta ironica, propria del carattere dell’autore, sdrammatizza la situazione. Il libro si legge perciò facilmente e mette in luce la passione con cui lo scrittore ha intrapreso quest’opera di volontariato e il “dream”, il sogno, è diventato realtà. Una realtà viva e pulsante che spinge il lettore a voler condividere non solo il racconto, ma la vita vissuta. Non è semplicemente il cosiddetto “mal d’Africa” che ci prende, ma è molto di più : è il desiderio di aiutare persone in difficoltà che entra nel cuore di chi ha deciso di portare avanti quest’opera e di chi legge queste pagine.E allora, quando si legge la vicenda di bambini come Caridade, “una bambina di sei mesi. Due enormi occhioni neri… non piangeva, non si lamentava…”, o quella di Lazzaro “è immobile, supino…ha gli occhi semichiusi, non si lamenta, non piange, sta lì tutto solo”,e ancora “la malattia fa parte della vita”, si tocca con mano la tristezza, la solitudine, l’impotenza davanti a un destino contro cui vogliamo lottare.
E poi la storia di Yaguine e Fodè che sono diventati simbolo della comunità di Sant’Egidio, due ragazzi partiti nascosti nella stiva di un aereo verso l’Europa per cercare un futuro migliore, morti per il freddo durante il viaggio: in tasca una lettera rivolta ai responsabili dell’Europa in cui chiedono aiuto per l’Africa, in cui gridano la loro voglia di vivere, di studiare, di lottare.
Perciò non importa se si è credenti e si vogliono mettere in atto le parole del Vangelo “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito…ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt. 25,35-40 ), o se si è laici convinti o addirittura atei; ma se si sente di dare uno scopo alla propria vita, scopo che va aldilà della famiglia, del lavoro o del divertimento sfrenato, il volontariato è una “chiamata” che ci fa sentire esseri umani, di un’umanità sana, senza secondi fini e senza aspettare nulla in cambio, ma solo col desiderio di vedere un sorriso o di lasciare un ricordo in coloro che ci incontrano.
Nella De Pietro, inviato il 2 ottobre 2014 dal sito
125 - La nostra Africa
Ho finito di leggere anche "La nostra Africa" di Michelangelo Bartolo e sono lo stupore, la meraviglia e l'incredulità le emozioni che lascia dentro di me. Esistono ancora uomini pronti ad affrontare qualunque tipo di avversità per aiutare il prossimo.Questo racconto riaccende la speranza.Complimenti all'autore per la sua attività di volontariato in Africa e complimenti a lui come scrittore per avermi permesso un viaggio ,come lettrice,negli stati dell'Africa di cui prima non conoscevo quasi l'esistenza .Vorrei poi precisare che i diritti d'autore del libro saranno devoluti allo sviluppo dei servizi di Telemedicina in Africa.
Maria Conte, inviato il 4 settembre 2014 da Facebook
124 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
Ci sono molti modi e ragioni per andare in Africa. Michelangelo Bartolo ha viaggiato nei paesi dell'Africa sub sahariana rimboccandosi le maniche del camice. Sì, perchè è un medico che ha dato vita al Progetto DREAM della Comunità di Sant'Egidio per la lotta all'AIDS ed alla malnutrizione. Già che ci si trovava, si è chiesto perchè non impiantare un altro, quasi magico, progetto di Telemedicina? Corsi di formazione in Malawi, Tanzania, Mozambico; connessioni internet; software per teleconsulti a migliaia di km di distanza; una rete di specialisti sparsi in Italia pronti a visitare pazienti in modo virtuale, ma anche a dare indicazioni diagnostico-terapeutiche in modo reale: di questo (ed altro) Michelangelo ci racconta nel suo secondo libro "Sognando l'Africa in sol maggiore". Divertente quando descrive l'incontro con un guaritore che dispensa una bevanda che fa guarire dall'AIDS all'impotenza (!), amaro quando racconta della costante lotta contro corruzione e stolide burocrazie, leggero quando scivola sulle corde della chitarra (la cui note per fortuna non emergono dalle pagine!), appassionato quando cita i successi della lotta per far nascere bambini sani da donne infette da HIV. Sincero quando consegna i suoi pensieri e vissuti al racconto.
Giorgio Scaffidi, inviato il 31 agosto 2014 dal sito
123 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
..... mi sono riservata gli spazi notturni per divorare il suo nuovo libro di cui posso solo dire che è' all'altezza del primo, forse ancora più' avvincente, scritto con altrettanta elegante naturalezza, alieno da ogni ricerca di effetti, ricco di una viva simpatia per chi soffre e di una non esibita ma tagliente vena polemica nei confronti di chi, ignorando l'uomo, si trincera, se in buona o mala fede non importa, dietro a norme o scartoffie; e di chi accetta per inerzia o vigliaccheria gli inganni o il fanatismo o una saccente pedanteria di comodo. Bellissimi a mio parere i capitoli sul "profeta", indimenticabile la figura di padre Franco, divertenti gli intermezzi avventurosi del fallito rapimento notturno,della battaglia con la zanzara,della ricerca del trolley all'aeroporto; e soprattutto bello l'ultimo capitolo
parafrasato nel titolo. Ma anche queste divagazioni che fanno sorridere il lettore non oscurano la serietà' del tema di fondo: la fiducia nella possibilità' di combattere la sofferenza, di fare qualcosa anche per coloro che a troppi di noi, in fondo privilegiati, appaiono irrimediabilmente condannati alla miseria, all'ignoranza, alla malattia, alla fame . . .; e siamo indotti a sentire, oltre all'ammirazione per chi dedica a queste persone attenzione, tempo, studio e lavoro, il dovere di partecipare ciascuno secondo le proprie povere forze a un'impresa come questa di cui ci parla, così' entusiasmante,tutta in un limpido, energico sol maggiore.
Carla Zullo Piccoli, inviato il 28 agosto 2014 dal sito
122 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
Michelangelo Bartolo è medico, angiologo ed è tra i realizzatori del programma “DREAM” che fa parte della Comunità di San'Egidio, che si occupa della malnutrizioni nei paesi dell'Africa e del trattamento dell'A.I.D.S.
Nel libro da lui scritto “Sognando l'Africa in sol maggiore”, si avverte una forza, una dedizione, un amore unico. Durante la lettura si comprende con quale trasporto egli, con i suoi compagni di viaggio vive l'intera situazione. Mai una nota malinconica, triste, mai uno scoraggiarsi di fronte alle varie avversità che l'ambiente stesso, a causa di problemi inerenti al luogo, culture e difficoltà organizzative avvengono per cause di forza maggiore.
Una lettura scritta con maestria, talento, ironia e tanta energia da sentirne l'essenza.
L'Africa che ci presenta lo scrittore, è un Africa da amare, da vedere, da osservare e da imparare, ma anche da curare e da abbracciare.
I luoghi e persone prendono corpo e movimento dalle sue parole, ogni rigo è insegnamento, è sorriso, è voglia di esserci. Questo volume è di sprono a coloro che da lontano credono di non poter fare niente per gli altri, un libro senza retorica, pietismi, lacrime, un libro che sviluppa la voglia di sperare e di comprendere, di essere tassello a qualcosa di bello e di sconosciuto ai più.
L'Africa che Bartolo ci racconta, è una terra meravigliosa, fatta di gente meravigliosa, anime genuine, vere, leali; uomini, donne e bambini lontano dai nostri giorni, afflitti da mille problemi, da situazioni patologiche assai gravi, ma fieri, collaboratori e combattenti come nessuno.
Questo libro è una mano tesa, lo scrittore è un talento che niente lascia in sospeso, un medico che sa portare, sorrisi, esperienza e sa adeguarsi all'ambiente ma soprattutto sa vedere oltre quello che l'occhio umano non vede:l'amore per il prossimo, la carezza e la professionalità che non cerca premi e medaglie, ma risposte positive nei corpi e nel cuore della gente Africana. Da parte mia un grazie di cuore a Michelangelo Bartolo.
Marzia Carocci(critico recensionista/letterario), 23 agosto 2014
121 - La nostra Africa
Ho letto il secondo libro di Michele e lo consiglierei a tutti. E' un diario di viaggio, che trafigge l'anima senza ricorrere mai a effetti drammatici. La levità, il senso dell'umorismo, la capacità di rendere fruibili anche ai profani le vicende mediche, rappresentano i grandi escamotage del nostro Amico, che nella vita quotidiana si rapporta agli altri, agli amici, con la stessa incondizionata, autentica umiltà. Egli conduce in Africa una battaglia di grandissima rilevanza medica e umana, ma il libro è strutturato come un reportage sereno, scritto in modo fluido, caldo, immediato e, al tempo stesso, caratterizzato da stilettate narrative degne di uno scrittore puro. Non vorrei che le mie parole inducessero a pensare a un libro disincantato. Se v'è un aspetto che lo contraddistingue è proprio l'incanto. La capacità di porgere i drammi con tenerezza e passione. Di parlarne con la speranza di risolverli... speranza che è divenuta spesso magnifica realtà. In dieci Paesi l'opera del nostro medico senza frontiere ha permesso di rendere l'AIDS un nemico silenzioso, controllabile. M'inchino di fronte alla grandezza di un uomo che sa insegnare il senso dell'espressione eroe. Non nelle parole, nei fatti si concretizzano i grandi progetti e le cause non devono divenire bandiere da sventolare, ma atti silenziosi. I libri non rappresentano le 'bandiere' di Michele, ma i modi per farci conoscere le realtà che vive. Vi invito a comprarli e a sorridere con il nostro eroe silenzioso...!
Maria Rizzi, inviato il 21 agosto 2014 da Facebook
120 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
Poi dicono che le zanzare sono animali immondi leggendo questo fantastico libro ho capito come 'una zanzarina' possa portare a quante e quali riflessioni sul mondo che ci circonda :"lagnor ergo sum" Ho letto illibro e non posso che essere pienamente d'accordo con quanto afferma Andrea Camilleri . Ho provato veramente la sensazione di trovarmi in Africa grazie alle tue descrizioni.Ho riso e ho capito tante realtà africane a me sconosciute ma anche tante realtà italiane che affermano la volontà di professionisti di mettersi a disposizione per aiutare chi soffre.Complimenti per il tuo lavoro e per la tua attività di scrittore senza tralasciare quella ,per me fondamentale,della musica capace di arrivare al cuore e alla mente
Maria Conte, inviato il 4 agosto 2014 da Facebook
119 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
La classe non è acqua.😉 Sono sempre compiaciuto quando qualcuno tra noi medici, che abbiamo fama di essere culturalmente aridi, si spoglia del camice bianco per indossare altre vesti di interesse sociale e culturale. Bravo Michelangelo!
Luigi Bartolotti, inviato il 3 agosto 2014 da Facebook
118 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
E' un libro da non perdere scritto in modo semplice che appassiona il lettore. Avendo letto il suo primo libro "La nostra Africa " non ho potuto fare a meno di leggere questo secondo, che ho trovato ricco di amore e passione per problematiche che spesso vengono sottovalutate. Il lavoro di Michelangelo Bartolo ci ricorda che esistono purtropo altre realtá, ma nello stesso tempo è un libro scritto con ironia . Grazie a persone come il dottor Bartolo possiamo sperare un futuro migliore per l'Africa.
Elena Cara, inviato il 28 luglio 2014 dal sito
117 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
Un giro per Michelangelo. Sol, il Sole. Dà forza, energia, brucia. E' vita, è morte. E' giorno, è notte!
Mi-, come dire "Me" che valgo di meno...forse perché africano?
La minore: minore di chi? Esiste forse un Qui maggiore? Siamo noi il Qui maggiore?
Re 7. Roma ha avuto 7 re. E da Roma è uscito non un re, ma un cantore di sogni per l'Africa.
Merlino_2000, inviato il 17 luglio 2014 dal sito
116 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
Vibra in Sol maggiore l'Africa di Michelangelo Bartolo: tutto il libro e' pervaso da un ritmo vivace, leggero, colorato, a dispetto dei temi affrontati, dell' estrema miseria, della malattia, delle morti inevitabili. L'autore ci prende per mano e ci fa conoscere un mondo dove tutto e' amplificato, il dolore come anche una piccola gioia. Accanto a lui altri comunissimi eroi, tutti caparbiamente animati dalla stessa convinzione: senza sogni non si cambia il mondo.
Loredana D'Alfonso, inviato il 13 luglio 2014 dal sito
115 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
Ho letto questo libro con una grande curiosità, che mi derivava dal fatto di aver già letto "La nostra Africa". Avevo trovato il primo libro del Dott.Bartolo davvero entusiasmante, scritto splendidamente, ricco di dolore, sofferenza e al contempo infinita umanità e, paradossalmente,ironia. La semplicità con cui l'autore tratta argomenti così drammatici è commovente, ti avvicina profondamente ad un mondo sconosciuto e lontano, e soprattutto ti illumina su una realtà altrettanto sconosciuta e lontana che è quella del volontariato. Quando ho finito di leggere, anzi divorare, anche il secondo libro, ho scoperto che forse non tutto è perduto, e che esistono davvero delle persone capaci di ridarti quella fiducia, che purtroppo ormai credo che molti di noi abbiano perso, nel genere umano. L'immagine di un ragazzo malato di A.I.D.S., che non riesce neanche ad aprire gli occhi, ma che sorride per una chitarra che dolcemente suona è quanto di più bello sia mai stato scritto ed è per questo che trovo anche il titolo del libro davvero meraviglioso. Complimenti, dott. Bartolo!
Marina Tartaglione, inviato il 9 luglio 2014 dal sito
114 - Sognando l'Africa in Sol maggiore
Questo libro è un unicum... Un diario di viaggio, che affronta il dolore, la povertà , la malattia con una vena di dolcezza e d'ironia che rendono la lettura qualcosa di magico. Una danza tra le ingiustizie con la serenità di chi crede e non sfoggia le sue speranze; di chi ha conoscenze e coraggio e le fa passare con levità. Il libro è specchio dell'uomo e si legge con la convinzione che, grazie alle persone come lui, un giorno saremo salvi in tanti... anche solo per contagio spirituale... GRAZIE!
Maria Rizzi, inviato il 2 luglio 2014 da Facebook
113 - La nostra Africa
Un bellissimo libro che esprime con semplicità ed incisività le difficili condizioni della popolazione africana ed ancor più le difficoltà oggettive e talora paradossali per poterle aiutare. Bravo Michelangelo, stupiscici ancora.
Claudia Camboni, inviato il 21 marzo 2014 dal sito
112 - La nostra Africa
Il made in Italy nel mondo non è solo griffe... Ne vale la pena, altro che. Le avventure africane di Federico Carlesi come il lavoro di Michelangelo Bartolo testimoniano esistenza e valore di un made in Italy che ha cambiato la vita a numerose comunità di persone, anche se in Italia poco lo si conosce e lo si sostiene. E dire, che a differenza di una Ferrari, sarebbe potenzialmente accessibile a tutti...
Giovanni Tortorolo, inviato il 01 marzo 2014 dal sito
111 - La nostra Africa
Dopo anni di impegno per l'Africa dalla mia comoda poltrona di casa, Bartolo mi ha portato finalmente a sud del Mediterraneo, e mi ha fatto respirare quell'aria, mi ha fatto sentire quel caldo, mi ha fatto annusare quegli odori e vedere quei volti. Ora posso dire che un po' è anche la mia Africa. Grazie
Matteo Rizzolli, inviato il 08 gennaio 2014 dal sito
110 - La nostra Africa
Ho ricevuto in regalo questo romanzo che ho letto con gusto, sorrisi e commozione. Ho lavorato 3 anni ( 1982-85) in Tanzania a Njombe con i Padri della Consolata come volontario del CEFA di Bologna e conosco bene i luoghi narrati. Una curiosità: ma dove sono l'Africania e Titongo di cui non ho trovato traccia su google?
Michele Clementel, inviato il 20 dicembre 2013 dal sito
109 - La nostra Africa
Caro Bartolo, leggere il tuo libro è stato come aprire una nuova finestra sull'amicizia con l'Africa, occhi sempre nuovi freschi e di bambino adulto e intelligente capaci di appassionare stupire intenerire indignare e invitare, senza chiederlo, alla bellezza del lavoro nel campo comune sapendo di essere sempre in buona compagnia. Complimenti!!!!
Massimo Leone, inviato il 19 dicembre 2013 dal sito
108 - Ho cominciato a leggere il libro con il pregiudizio verso un collega medico che si trattasse di un libro dilettantesco e noioso, reportage di un'esperienza certamente significativa, ma letterariamente poco avvincente. Invece, dopo poco sono stato sempre più preso dalla narrazione e dall'esposizione dei singoli fatti, dei personaggi e delle situazioni; preso senza nemmeno riuscire a capire il perchè il racconto senza enfasi, senza pretese, apparentemente banale potesse tenermi attaccato alle pagine e farmi conservare il desiderio di riprendere la lettura. Cose semplici raccontate in modo semplice con la semplicità senza enfasi della vita di tutti i giorni, ma allo stesso tempo cose importanti che tutti potrebbero fare, ognuno al suo livello, e che lasciano il segno nella vita delle persone, con la stessa impronta che ci lascia l'Africa dentro quando l'abbiamo anche per poco vissuta. Grazie Bartolo per il clima che mi hai fatto respirare. Sei molto bravo nel fissare i caratteri dei tuoi personaggi e di certe situazioni caratteristiche, anche nell'utilizzo assolutamente non professionale della scrittura.
Igino Tanga, inviato il 21 novembre 2013 dal sito
107 - Il racconto relativo alla vicenda al porto per sdoganare le apparecchiature sembra alla 007, poi quello dei condizionatori più sono grossi più è potente il funzionario, poi in albergo ......, nel centro di accoglienza - Insomma, un medico che ha fatto poco questo mestiere e molto il faccendiere - funzionario -intermediario; devo rileggerlo.
Pasquale Sicilia, inviato il 24 ottobre 2013 dal sito Manuale di Mari
106 - sono una infermiera ed un volontaria: mi sono salite le lacrime agli occhi leggendo le sue parole. Grazie, per quello che ha fatto e vissuto e, soprattutto per avermi fatto ritrovare i volti delle persone e rivivere le emozioni che anche io ho avuto l’immensa fortuna di conoscere nella “nostra” Africa
Patrizia Bottaini, inviato il 22 ottobre 2013 dal sito Manuale di Mari
105 - Quando pensi all'Africa, mille pensieri, suggestioni, ma anche ahimè, luoghi comuni, saltano alla mente: ma sono sempre storie profonde, che lasciano un segno, tra il colore del deserto, la potenza di un'alba e il silenzio che li accomuna; un mondo di emozioni, un Continente dove niente è scontato e tutto può capitare. E su tutto, rimane la potenza dell'amore che Michelangelo Bartolo ci racconta come una favola non solo per bambini. Niente di straordinario accade, ma tutto è straordinario quello che accade. Questa è, "La favola", per lettori che, malgrado tutto, hanno bisogno di sognare un mondo dove ancora il bene si può trovare.
Catena Fiorello, inviato il 14 ottobre 2013 dal sito
104 - " La nostra Africa " è meta diario, e meta' romanzo straordinario. Il dottor Bartolo racconta un continente come se vivesse tra la gente della sua borgata , tanto per dire Tor Vergata.E si legge tutto d' un fiato, ma poi va meditato.Perche' l' Africa da copertina non e' la vera e genuina,ma solo un vasto continente che disturba un poco la mente.E invece certi costumi ed usanze, mia gente dalla buone creanze,danno tanti insegnamenti, e - sia detto, fuori dai denti -posson aiutarci a ricordare che qualcun aspetta da mangiare.
Gaetano, inviato il 12 ottobre 2013 dal sito Manuale di Mari
103 - Ho letto il tuo libro la sera quando ero stanco e mi ha rilassato perchè scritto in maniera leggiadra trattando temi con viva partecipazione. L'autore dimostra una capacità di catturare il lettore attraverso un'esposizione penetrante e nello stesso divertente tanto da invogliare il lettore a percorrere la stessa esperienza accettando la sfida di lotta all'Aids in un continente a cui noi europei dobbiamo molto.
Fabrizio Ricci, inviato il 7 ottobre dal sito
102 - Vorrei leggere come continua sull’effetto che le parole danno nel creare una realtà suggestiva e quasi irreale del posto. Il fascino dello scrittore è questo! Grazie
Ilaria Luca, inviato il 26 settembre 2013 sul portale Manuale di mari
101 - Inizio questo mio commento proprio dalla fine di quanto ho letto, cioè dalla frase:
“mi rendevo conto che ero la persona sbagliata che stava andando in un luogo sbagliato e, forse, anche nel momento sbagliato.”
Credo che nessuna persona può dirsi sbagliata o che va in un luogo sbagliato, perché tutti a questo mondo abbiamo uno scopo su questa terra, anche se molto spesso non riusciamo a percepirlo subito... e poi nessun luogo è sbagliato, o anzi quel luogo non era sbagliato. Forse se il destino l’ha mandato in quel luogo ci sarà un motivo... a primo acchito sembra un mondo così inusuale e triste, ma credo che in ogni difficoltà c’è un seme di una grande opportunità. E quindi di fronte a queste difficoltà tangibili, ci sarà una grande opportunità... e in questo caso, secondo me, è l’affetto incondizionato che possono dare queste persone e soprattutto questi ragazzini che non chiedono nulla, ma ti regalano un sorriso.
Questo libro, da quel poco che ho letto, non sembra come quei “soliti” libri sull’Africa, che descrivono le pessime condizioni di questa terra, e che alla lunga non fanno altro che annoiare il lettore. Qui, ho riscontrato una sensazione di affetto e di partecipazione, senza alcun giudizio negativo. Per questo mi farebbe piacere poter leggere tutto il libro.
Maddy, inviato il 24 settembre 2013 sul portale Manuale di Mari
100 - Sono un medico che da tre anni vive la tua stessa esperienza in un ospedale del Rwanda. E' proprio tutto come hai descritto nel tuo bellissimo libro, mi ci sono ritrovato in pieno. Complimenti per lo stile e l'ironia.
Edoardo Gorini, inviato il 10 settembre 2013 dal sito
99 - Michelangelo non e' un un'eroe dei nostri giorni, ansia e timore lo accompagnano durante la prima missione avvenuta piu' di 10 anni fa' (chi di noi non proverebbe gli stessi sentimenti?). Eppure l'autore ha accettato una sfida contro una mentalita' che divienta macigno la quale afferma: "In Africa non si puo' far nulla non cambiera' mai nulla"! La Comunita' di Sant'Egidio e l'autore sono travolti da una passione per l'ultimo per chi in questo mondo non conta nulla, una passione che ha fatto storia, anzi ha cambiato la storia, il libro e' una vera rivoluzione, di AIDS non si muore ma si puo' convivere come si convive in occidente ad esempio con il diabete. Ma la vera rivoluzione in un mondo che tutto ha un prezzo, e' che i pazienti sono seguiti dal progetto DREAM a 360 gradi GRATUITAMENTE. Grazie per il magnifico libro.
Dante Bolli, inviato il 10 settembre 2013 dal sito
98 - Grazie Michelangelo, leggendo il libro ho conosciuto meglio il grande compito che la Comunita di sant’Egidio porta in Africa con il progetto DREAM ma ho conosciuto meglio anche te come uomo e amico.
Gabriella Manzo Duranti, inviato il 21 agosto 2013 su Facebook
97 - Un soffio di vita e di speranza - Ho letto questo bellissimo libro e mi sono ritrovata in un mondo dove dimentichi tutte le sovrastrutture, gli sprechi e le ipocrisie della nostra società e dove prevale l'altruismo , il dono, la speranza di potere fare qualcosa di utile . La lettura e' rapida, ironica e ti avvolge come un abbraccio , ti scuote a volte e ti emoziona sempre . Ti dona anche la speranza che qualcosa può cambiare e che i progetti possono diventare realtà , quello che noi tutti stiamo perdendo . Insomma questo libro ti riconcilia con la vita , ti diverte e lo consiglio a tutti .
Patrizia Italiano, inviato il 22 luglio 2013 dal Blog
96 - Ho letto il libro di Michele Bartolo La nostra Africa in un soffio, godibilissma la lettura e interessante il racconto. Ringrazio il Signore che al mondo esistano ancora persone come lui che si prodigano per aiutare i più sfortunati e bisognosi.
Maria Antonietta Bucchini
95 - Gentile dottore,il suo bellissimo libro mi ha riportato al 1981 quando, neo-sposi, io biologa e mio marito endocrinologo, vivemmo a Mogadiscio per 4 mesi, una delle più belle esperienze della nostra vita. Ho rivisto gli occhi ed il sorriso dei bambini che giocavano con vecchie lattine di pomodoro tirandole con uno spago come fossero un trenino, la dignità delle mamme che nei villaggi si mettevano in fila per avere qualche biscotto che compravo in una specie di forno. Avevano capito che ero più "generosa" con le mamme con un bambino in braccio e così, quelle che ne erano sprovviste, se lo facevano prestare di nascosto, sicure che non me ne accorgessi per poi ridere a crepapelle. Mi ha fatto anche ricordare l'assurda burocrazia trovata in ambasciata ed in uffici vari e la "somalizzazione", come veniva chiamata l'assoluta mancanza di puntualità. La ringrazio tanto e le auguro una lunga vita piena di progetti.
Maria Cristina Luiso, inviato da Facebook
94 - Il libro di Michele Bartolo racconta il viaggio in un'Africa bella e dolente. Quest'Africa è raccontata con grande simpatia e con uno sguardo di speranza. Lo stile è particolare, piacevolissimo. Consiglio la lettura.
Francesca Benassi, inviato su Ultima Books
Giulia Aloia, inviato il 7 Giugno dal Blog
92 - Davvero un libro ben scritto, mi colpisce per il modo garbato e a volte ironico di mettere a nudo i problemi dell'Africa e soprattutto quelli legati alla cura delle malattie, l'AIDS in particolare. Mi congratulo con l’autore, per quello che ha saputo realizzare, per il messaggio che trasmette così efficacemente e spero venga recepito da chi ha la possibilità concreta di aiutare la sua missione. Esprimo tutta la mia stima e la riconoscenza per avermi fatto partecipe della tua Africa, ora un po' anche mia.
Roberto Guerrini, inviato il 7 Giugno dalla Pagina Facebook
91 - La nostra Africa racconta di un medico italiano che trascorre molta parte del suo tempo in Africa per implementare un progetto per il trattamento (gratuito) dell'AIDS. E' un libro che parla di vita, di difficoltà attraversate e di rinascita, rinascita di tanti malati che avendo finalmente accesso alle cure ritornano a vivere. E' un libro anche divertente, che riempie il cuore. E' un libro che parla di giustizia e amore. E' un libro da leggere!
Silvia Foroni, inviato il 12 Aprile da Amazon
90 - Questo libro mostra la tenacia e l'umanità del suo personaggio, ciò che un individuo comune può fare per il bene altrui quando è mosso da un disegno umanitario. L'esperienza di Michelangelo Bartolo interroga su una realtà spesso soggetta a generalizzazioni, che inducono a fare delle semplificazioni su una storia ben più complessa. L'ironia da cui è caratterizzato il libro dapprima potrebbe sembrare piuttosto ambigua in tale contesto , ma certamente il lettore intelligente riesce a interpretarla come un modo per esorcizzare il male , perché l'Africa ha bisogno d'aiuto e solo restando lucidi e non facendoci inglobare nella sofferenza e nella tristezza potremmo distruggere la negatività. Ciò che mi ha veramente colpita è stato lo straordinario realismo magico con cui è descritta l'Africa, il quale, a mio parere, è solo un pretesto per delineare una delle circostanze estreme che rivelano la vera essenza umana. Riesce ad imprimere questi valori nell'immaginario del lettore con maggiore forza rispetto ad un film/video; abbatte la barriera visiva e riesce a crearne una nitida e chiara nella dimensione mentale. Quando chi scrive riesce a creare un'emozione o a dar vita ad un fatto facendosi sentire dentro le cose che accadono, senza avere né colori, né voce, né scene teatrali, allora si è davanti ad un capolavoro. Potrei dire a tutti coloro che ancora non hanno letto il libro , come dice Apuleio nell'incipit de "le Metamorfosi": "lector intende, laetaberis" ossia " attento, lettore ti divertirai " e con questo libro posso davvero assicurare un sano divertimento.
Agata Gambera, inviato il 12 aprile 2013 dal Blog
89 - Finito ieri di leggere. Ho fatto notte per arrivare all'ultima riga, ma ne valeva la pena. Lo consiglierò subito a tutti i lettori della mia biblioteca scolastica.
Emanuela Grossi, inviato il 29 marzo 2013 dalla Pagina Facebook
88 - Un libro delizioso che tratta di temi difficili con animo sereno e guarda all'Africa con apertura di cuore e di mente.
Maria Burlandi, inviato il 29 marzo 2013 dalla Pagina Facebook
87 - Ci sono quei libri che ti scivolano via non appena hai sfogliato l'ultima pagina e quelli che vorresti non aver mai cominciato. Poi t'imbatti in quelli sperduti, che t'arrivano all'orecchio solo per passaparola e che non trovi da nessuna parte. Fortunosamente ne trovi una copia (o te la fai prestare) e d'un tratto sei lì a far le due di notte perché non riesci a staccarti dalle pagine che volano via una dopo l'altra. Trovo difficile classificarlo: testimonianza, romanzo, narrativa di viaggio, saggistica? Più semplicemente, credo sia quel racconto che ciascuno di noi sogna di poter fare della propria vita. E' come sbirciare nella vita di qualcuno che ha deciso di non vivere solo per sé stesso, aiutato dalla condivisione con molte altre persone, e riesce a comunicare la gioia di vivere che nasce da quest'esperienza. Mi è piaciuto assai :)
Filippo, inviato il 12 marzo 2013 dal Blog
86 - Ricco, è colui che, condivide la vita e le belle cose che regala con gli altri, di conseguenza chi mantiene tutto per se è povero.
Fausto Zicca, presidente associazione Fides et Ratio
85 - Leggere un libro ridendo e ricordando. Leggere un libro e percepire di nuovo quelle mie emozioni vissute e un po' dimenticate. Bella e sincera la capacità di descrivere i sentimenti ma ancora più bella quella di farli "sentire", quella rara capacità di estrarre dal cuore del lettore quell' "Africa" che tutti abbiamo dentro senza saperlo.
Francesco Ribolzi, inviato il 26 Febbraio 2013 dal Blog
84 - Sono un medico e mi trovo in Kenia per un progetto sanitario a favore dei bambini HIV+ e nel leggere il libro ho trovato una realtà simile a quella che vivo qui. Il libro si legge quasi come un giallo, aspetti sempre di vedere come va a finire un incontro. E' leggero e divertente, nonostante tratti di argomenti assolutamente seri. Ma questo è il suo pregio, anche per una maggiore diffusione e sensibilizzazione al problema Africa-AIDS. Anch'io scrivo dal Kenia sul "Blog dei bimbi del meriggio" http://www.aina-onlus.it . Complimenti. Buon lavoro.
Nicola Samà (dal Kenia) inviato il 23 febbraio 2013 dal Blog
83 - Tra un sorriso e una lacrima, 'La nostra Africa' ha la forza di divertire, di commuovere e di far capire. E' stata un'ottima idea di raccontare anche in forma romanzata e appassionata l'avventura, la battaglia e la speranza rappresentate da Dream. 'Story telling' dice spesso molto di più che un rapporto scientifico, un sito internet e addirittura di una puntata in televisione, e il libro lo mostra molto bene. Credo che Dream possa essere felice di avere trovato in Bartolo un ottimo story-teller.
Jan de Volder (Belgio), inviato il 19 Febbraio 2013 dal Blog
82 - In questo libro c'è vita.Ma non quella che vediamo alla televisione o ai giornali,questa è vita vera.Questo libro racconta l'avventura di un uomo che ha fatto una scelta,un uomo che ha deciso di mettere da parte l'interesse personale dedicando la propria vita agli altri;venuto in Africa per fare il 'medico'ma,in verità,costretto a fare di tutto. Il libro è ricco di storie commoventi e drammatiche che mi hanno realmente commosso.Ciò nonostante lo scrittore è stato abilissimo nell'usare l'ironia che è costantemente presente nel romanzo.La lettura è scorrevole,il linguaggio semplice (meglio cosi).Ringrazio vivamente lo scrittore perché mi ha fatto aprire gli occhi.Leggendo il libro mi sono reso conto di quanto io sia fortunato e quanto sia prezioso il dono della vita.Leggendo ho tuttavia provato tanta rabbia. Perché il diritto inequivocabile di vivere viene calpestato senza alcuna pietà.Vincono ahimè gli interessi economici. L'unica cosa che mi rasserena è sapere che ci sono uomini come Michelangelo che sono disposti a donare la propria vita soltanto per fare del bene,remando controcorrente senza paura;pronti anche a fare i conti col potere burocratico. Grazie Michelangelo mi hai insegnato molto!
Alessandro Zavatti, 15 anni, inviato il 14 Febbraio 2013 dal Blog
81 - E da tanto tempo che non riuscivo a leggere un libro dalla prima all'ultima pagina in pochissimi giorni:"La nostra Africa" di Michelangelo Bartolo l'ho trovato cosi' avvincente,interessante,che evidenzia la terribile situazione sanitaria nelle tre zone africane dove svolse la sua Missione di Medico,superando tutte le immaginabili difficoltà, anche burocratiche che dovette superare con una inesauribile volontà,inoltre e anche gustoso,sotto alcuni aspetti divertente. Facilita la memorizzazione ed incoraggia il lettore verso il meraviglioso mondo del volontariato. Dopo aver letto il libro di Michelangelo Bartolo "La nostra Africa", libro di una originalità stupefacente,dove l'angiologo,missionario e scrittore Bartolo comunica la situazione africana in maniera semplice,gustosa e accessibile,in tutti i suoi aspetti deficitari non solo sanitari,con il terribile problema dell'AIDS,ma anche culturali abitativi e di una spaventosa povertà con aneddoti curiosi che il lettore è sempre spinto a passare al capitolo successivo e vorrebbe che il libro non finisse mai. Nella presentazione fatta a Roggiano Gravina (CS) ho avuto il piacere di constatare la gioia dei partecipanti contagiati non solo del libro,ma anche da questo bravissimo medico Missionario che dà agli altri gratuitamente la sua opera di Valente Professionista,ricambiata soltanto dall'affetto di questo popolo da lui tanto amato.
Ferruccio Palermo, scritto l'11 Febbraio 2013 sulla Pagina Facebook del libro
80 - Parafrasando Roberto Gervaso il quale afferma, in una recensione al libro "La mia Africa" di Michelangelo Bartolo, di aver provato "invidia ed odio" nei confronti dello scrittore, perché avrebbe voluto scrivere quel libro, ho personalmente provato un senso di profonda invidia per l'esperienza vissuta dall'uomo, per il coraggio che egli ha avuto nell'aver speso una parte importante della propria vita in un progetto di grande valore umano. Tale esperienza incarna il sogno di ogni adulto della mia generazione (sono nata nel 1960) quando si vivevano forti ideali e speranze di cambiare il mondo, ma mentre la gran parte di quella generazione ha forse sprecato delle importanti occasioni, l'autore, col suo racconto avvincente e dal forte impatto narrativo,testimonia come si possano compiere grandi cose se si ha il coraggio di mettersi in gioco e di operare concretamente per il bene.
Elvira Picciola, inviato il 13 Febbraio 2013 dal Blog
79 - A molti di noi è capitato, almeno una volta nella vita, di essere catturati in una rete che non avremmo immaginato esistesse, e trattandosi di un'esperienza che coinvolge l'Africa, penso che non ci si possa esimere dall'esprimere una personale opinione in merito. Intendo riferirmi alla partecipazione, del tutto casuale, alla presentazione delle cronache di viaggio di Michelangelo Bartolo, un simpatico dottore le cui vicende hanno fatto risuonare la sala consiliare del Comune di Volla, dove si è svolta la manifestazione, del grido di speranza di un'Africa che desidera essere conosciuta. E così, il giovane dottore, missionario entusiasta e alle prime armi, coinvolge i lettori in un appassionante resoconto delle tre fasi che hanno caratterizzato dieci anni della sua vita: Mozambico; Tanzania; Africania. Non ritengo utile sintetizzare le pur interessanti storie e il loro risvolto umanitario, legati pregevolmente alla cura e alla prevenzione dell'AIDS nel continente africano attraverso l'impegno profuso dalla e nella associazione DREAM. La mia attenzione di lettrice si focalizza essenzialmente sull'uso della lingua, che è veramente piacevole e accattivante, sia nel raccontare che nel descrivere. La parola riesce a venire fuori dalla pagina, suscitando strane sinestesie che lasciano assaporare gusti, odori, suoni e immagini di una terra povera e nel contempo ricca e meravigliosa. L'autore è così anche nel conversare, schietto e ricco di sfumature emotive. E così è veramente piacevole ascoltarlo e conoscerlo attraverso la scrittura e la cristallizzazione di sensazioni che giova fare proprie nell'intensità dei forti valori umani di cui sono testimoni. "La nostra Africa" è veramente un testo da leggere e da consigliare.
Bruna de Porcellinis, inviato da Portici (NA) il 12 Febbraio 2013 dal Blog
78 - Appassionato e coinvolgente fino all’ultima pagina, riesce ad emozionarti! E’ un libro che consiglio a tutti di leggere. Con grande intelligenza e ironia, si racconta di un viaggio di speranza e di vita, in un Paese nel quale, morire ancora prima di nascere è una cosa “Normale”.
Francesca Pellicanò, inviato il 9 febbraio 2013 dal Blog
77 - Il libro di Michelangelo Bartolo è eccezionale, per nulla noioso ed anche molto originale. E' un viaggio in un'Africa bella, dolente e riesce, anche attraverso uno stile un po' particolare, a renderci partecipi delle realtà, dei sentimenti e delle emozioni. Un libro che aiuta a non guardare l'Africa con occhi rassegnati, ma con uno sguardo allo stesso tempo scanzonato e pieno di speranza. Io ne cosiglierei senz'altro la lettura.
Francesca Benassi inviato il 5 Febbraio 2013 dal Blog
76 - Complimenti per il libro...ironico e toccante allo stesso tempo...veramente piacevole...troppo breve!!!
Chiara Motisi. Scritto il 4 feb 2013, pagina FB del libro
75 - Scritto in modo scorrevole, divertente, "fluente"...ti sembra di starci dentro in modo piacevolissimo...bravo! sorprendente!
Anna Maceratesi. scritto il 2 febbraio 2013, pagina FB del libro
74 - Sono una bibliotecaria e il mio lavoro è far leggere: oggi posso consigliare con entusiasmo questo libro così bello e profondo, divertente, dolce e aspro, aiuta tutti quelli che pensano che leggere sia troppo impegnativo; questo è un libro impegnativo e facile che ci avvicina a temi molto importanti: ci vuole genio! Auguri all'autore, sperando in un sequel!
Gina Schilirò, inviato il 30 gennaio 2013 dal blog
73 - Quando hai tra le mani il libro di qualcuno che conosci, in genere o non lo leggi, o lo sbirci per capire subito che beh, insomma, non ti interessa più di tanto. Il racconto di Bartolo ti prende per mano, e con lui entri nel cuore di un'Africa con tragedie antiche e meccanismi moderni e diabolici, con leggerezza sfiori drammi immani per svoltare subito a vedere come in concreto a volte si possono tali tragedie alleviare. la battuta, l'ironia mi distrae un attimo, ma non mi inganna. Non è l'Africa dei documentari, o della Blixen, è l'Africa di oggi, reale, contraddittoria, gestita da personaggi comuni a tutte le burocrazie, tratteggiati da un cenno che dice tutto: l'aria condizionata più è forte e più il personaggio è di alto rango. Si fa leggere d'un fiato, come un bel romanzo che romanzo non è, ma vera, umana, concretissima realtà.
Marisa Bonifacio, inviato il 28 gennaio 2013 dal blog
72 - Bello, scorrevole, leggero, profondo, catturante, descrittivo, divertente, commovente: leggerlo non puo' che far bene alla salute intellettuale e alla coscienza di ognuno.
Paolo Rago, inviato il 26 gennaio 2013 dal blog
71 - "La nostra Africa" è un romanzo appassionante, nel senso più profondo del termine, perché trasuda della passione dell'autore e dei suoi amici di S. Egidio per gli uomini e le donne africani, soprattutto per i malati di AIDS che incontra e cura. E fa appassionare chi lo legge perché in modo simpatico, divertente ma anche profondo e commovente, mostra che si può fare qualcosa, anzi si può fare moltissimo, senza essere eroi, per salvare l'Africa dalla morte per malattia e abbandono e l'Europa dalla morte per indifferenza e freddezza. Per questo il libro trasmette gioia e speranza, due sentimenti senza i quali non si vive e di cui oggi c'è tanto bisogno. Bravo Bartolo!
Paolo Mancinelli, inviato il 19 gennaio 2013 dal blog
70 - Ho letto "La nostra Africa" qualche mese fa e mi è piaciuto moltissimo. Un delizioso racconto, drammatico ma anche ironico e perfino comico. Una testimonianza di lavoro e di vita che lascia un segno.
Ornella Russo, inviato il 18 gennaio 2013 dal blog
69 - La storia di un medico e dei suoi incontri/scontri in terra africana, il tutto condito da un sano ed equilibrato "sense of humour". Mai banale, brillante, coinvolgente al punto che il lettore diventa il protagonista e suda con lui le proverbiali sette camicie... Da leggere tutto d'un fiato.
Paola C, inviato il 15 gennaio 2013 dal blog
68 - Un libro in cui l'autore e protagonista ci racconta con una scrittura lieve e sempre spumeggiante di colori ed emozioni, la sua esperienza umana e professionale di spaesamento e radicamento insieme in un'Africa dolente, ammalata, eppure fiera, pronta al sorriso e alla speranza, quella della vita che rifiorisce, nei ragazzi stremati dalla malattia e nelle mamme in attesa trattate con le nuove terapie, e che germoglia sana, incredibilmente, nei loro bimbi venuti alla luce. Eppure il dramma si stempera nello stile lieve, divertito, di un racconto ricco di note umoristiche e situazioni paradossali, ingenerate spesso dai molti equivoci dovuti alle differenze di lingua, cultura, costumi, e se talvolta si piange, subito dopo il sorriso fa brillare quella stessa lacrima, così' , nella meteorologia della narrazione, piove con il sole, ma il sole, a lettura conclusa, e' quello che ci sembra non sia mai venuto meno, perché, come spiega lo straordinario Dr. Carlesi alla sua incredula paziente Jaona in un divertente passo del libro " anche se piove e non si vede, il sole c'è!"
Doretta, inviato il 12 gennaio 2013 dal blog
67 - In questo libro che parla di un progetto importante che combatte l'AIDS in Africa, l'autore, con la semplicità di chi vuole raccontare fa emozionare, riflettere, divertire, commuovere, capire e decifrare un mondo lontano, affascinate e a tratti paradossale. Dalle pagine emerge con naturalezza l'umanità concreta e appassionata, mai protagonista, di chi con i suoi amici vuole aiutare l'Africa a guarire.
Ezio Savasta, inviato il 12 gennaio 2013 dal blog
66 - Un libro profondo, divertente, leggero. Sono gli appunti di viaggio di un medico impegnato a realizzare un programma sanitario per la prevenzione e la cura dell’Aids in Africa. Emerge il lato umano del medico che racconta, in uno stile scorrevole e accattivante, ricco di aneddoti, tutte le difficoltà e le incertezze incontrate in un cammino del genere. E' un libro fuori dagli schemi, che si legge in un soffio.
Barbara Ferraris, inviato il 12 gennaio 2013 dal blog
65 - L'amicizia, quella vera, che riconosce i limiti ma ci gioca sopra senza offendersi e ne comprende l'origine, è lo strano vincolo che mi lega da sempre a Michelangelo Bartolo del quale mi ha sempre colpito la capacità di far uscire fuori dal cilindro qualcosa di nuovo e di magicamente REALE: magicamente perché il didattico: " di necessità virtù", con lui ha qualcosa tra l'arte di arrangiarsi e una favola perché fino alla fine non si sa " se funziona"; reale perché lui è ciò che scrive e ciò che è scritto è proprio il suo vissuto. Leggerlo per me è stato sentirmi accanto a lui, vivere quanto descrive, avere la tentazione di azzittirlo e quella di sostenerlo nelle sue speranze e aspettative, comprendere perfettamente i grovigli voluti ad hoc dalla burocrazia ( che non è solo una cloaca italiana), finalizzata in molti casi, a mettere alla prova i più tenaci e rallentare il più possibile le giuste rivoluzioni. Per chi lo conosce, chi non e chi vorrà conoscerlo, si deve a Michelangelo oltre alla presentazione della sua persona in modo comprensibile e stimabile, anche un report dettagliato (e sul campo) della solitudine e miseria che affligge migliaia di bambini e persone dimenticate da sistemi politici e sociali arretrati e indesiderosi di rinnovarsi. Un libro che consiglierei come saggio nelle scuole perché i nostri ragazzi leggono poco e vogliono sapere poco di ciò che è fatica di vivere.... Forse il dover scriver loro un commento, ne comporterebbe una riflessione sulla propria esperienza giovanile per alcuni di loro, oggi, superficiale e priva di ideali.
Roberta Sarcinella, inviato il 11 gennaio 2013 dal blog
64 - Finalmente un libro sull'Africa (e sugli africani) pieno di ironia, allegria, simpatia e speranza! Complimenti all'editore per la scelta di pubblicarlo... scusate ma il cartaceo è tutta un'altra cosa!
Francesco, inviato il 11 gennaio 2013 dal blog
63 - La nostra Africa, il titolo ha già un sapore fortemente oblativo per quello che, come ci fa capire l’autore, si può dare a chi ha bisogno ma anche per quello che si può ricevere da persone da cui possiamo talvolta apprendere lezioni di vita molte profonde. Michelangelo Bartolo ci fa entrare nel mondo della disperazione, della speranza, della solidarietà e dei sogni che invece si avverano, lievemente, vestendo il dramma con l’ironia, descrivendo con efficace umorismo situazioni paradossali, coinvolgendoci in emozioni profonde, facendoci sorridere delle contraddizioni di un mondo che ha bisogno di tutto il nostro aiuto per migliorarsi, rendendoci felici per la conquista della vita da parte di bambini altrimenti destinati a non avere un futuro. Un libro bello, che si fa leggere tutto d’un fiato e che dopo ti appartiene.
Emanuele Marsiglia, inviato il 11 gennaio 2013 dal blog
62 - Un libro che si legge d'un fiato, appassionante e anche divertente, che racconta un'avventura umana bellissima e davvero entusiasmante, e ha il merito di raccontarci un progetto d'eccellenza, quasi incredibile per l'alto livello scientifico e umano. Certamente una speranza per l'Africa, ma anche per noi europei, troppo addormentati nel benessere. Grazie all'autore di questo bel romanzo, che per tutti questi motivi è da diffondere e far leggere!
Barbara Cannelli, inviato il 10 gennaio 2013 dal blog
61 - Veramente difficile non completare la lettura di un testo che va ben oltre i classici racconti. La capacità dell'autore di rappresentare con particolare "intelligenza ironica" situazioni drammatiche se non tragiche che catturano il lettore portandolo a riflettere su realtà decisamente distanti dalla nostra vita quotidiana e che raramente vengono riportate dai media in questi termini. Questa lettura ha suscitato in me un sincero senso di gratitudine nei confronti dell’autore, per quanto mi ha raccontato e per le riflessioni che mi ha indotto a fare, sul senso della vita e su quanto questa possa essere difficile o meno solo in funzione delle coordinate geografiche in cui si nasce e si è costretti a vivere. Un patrimonio per tutti da trasferire ai figli ed ai giovani affinché ci si lamenti di meno e ci si aiuti di più.
Gianpiero Guerrieri, inviato il 10 gennaio 2013 dal blog
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La nostra Africa. Cronache di viaggio di un medico euroafricano. Di Michelangelo Bartolo