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​60 - Ci sono due cose a parer mio che rendono un libro irresistibile: l'odore e la consistenza delle pagine stampate e la capacità di catapultarti nella dimensione spazio temporale della storia. Con Bartolo ne ho scoperta una terza: la sensazione, sempre, di stare due passi dietro di lui e vederlo muoversi, vedere coi suoi occhi, sentire e condividere le sue riflessioni, sentire le stesse emozioni, le stesse perplessità. In questo libro c'è la forza dell'immediatezza e della semplicità, la forza dell'umano. Ora, però, visto che la lettura mi ha lasciato questo senso del reale su luoghi, persone e storie che sono al di là, molto al di là del mio quotidiano, mi si è posto un piccolo problema esistenziale: ma quando Bartolo entra nella mia stanzetta grigia e un po' troppo caotica d'impiegata, sarò mica la versione impiegatesca del vecchio continente occidentale? Aspetto con ansia che scriva un altro libro!​

Claudia Calesini, inviato il 09 gennaio 2013 dal blog​

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59 - Conosco Michelangelo Bartolo da quando era bambino perché ero amico del suo grande padre Mauro, cardiologo e angiologo di fama. Ho letto due volte il suo libro “la nostra Africa”e ho scoperto uno scrittore. La prima volta l’ho letto con l’ansia di chi legge un libro di avventure e vuole vedere come finisce, la seconda volta ho apprezzato lo stile letterario caratterizzato dall’essenzialità e asciuttezza del linguaggio ma soprattutto dalla leggerezza, l’ironia e l’umorismo che mi hanno condotto per mano a vivere le sue stesse emozioni. La capacità descrittiva dei luoghi e delle persone è tale che chi legge si sente coinvolto a tal punto che vede e sente ciò che i suoi occhi hanno visto e sentito.

La prima volta che misi piede nel locale El Floridita,  all’Havana,  che Ernest Hemingway prediligeva trascorrendovi molto tempo a bere “daiquiri”, ebbi la sensazione di conoscerlo perfettamente, avendo letto la descrizione che ne aveva fatto Hemingway in un suo libro.

Sono sicuro che se mi recassi in uno dei luoghi descritti nel libro La nostra Africa avrei la stessa sensazione.

Andrea Zavitteri, inviato il 08 gennaio 2013 dal blog

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58 - Il libro è davvero bello e scritto molto bene, con uno stile simpatico e "fresco" ed è un’occasione in più per far conoscere le bellissime iniziative che DREAM mette in campo in Africa.

Daniele Cristallini, inviato il 06 gennaio 2013 dal blog​

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57 - Essere la prima riga di una pagina nuova. Non tradire la propria natura, ma allargarne i confini, orientandola verso orizzonti e obiettivi diversi. Non rinnegare il passato, ma farlo diventare roccia dalla quale avere un’altra prospettiva. Sono propositi, quelli appena enunciati, condivisi da molti, ma che si trasformano in una scelta concreta soltanto per pochi. Tra questi c’è Michelangelo Bartolo, che ha avuto il coraggio di seguire una vocazione ridisegnando il proprio ruolo di medico per essa. Ed è così che, da angiologo ospedaliero, è diventato immunologo, didatta, psicologo, organizzatore di servizi logistici, informatico e tutto ciò che nell’immaginario collettivo viene comunemente definito con il termine ‘missionario’. Resistendo alla tentazione di descrivere il suo percorso con toni autoreferenziali o autocelebrativi, è con grande umanità che ne offre testimonianza in tutte le sue sfaccettature: dalle difficoltà alle soddisfazioni legate alla sua opera organizzativa e didattica. Fin dalle prime righe si viene quasi trafitti dalla sua capacità di non nascondersi dietro la sua opera, ma di mettersi in gioco in prima persona, rivelando anche i limiti, i cedimenti, le esigenze non tanto del medico quanto dell’uomo. Lo fa ripercorrendo la propria storia, con improvvisi flashback dal passato, spesso legato nei ricordi alla figura del padre. Per chi ebbe la fortuna di conoscerlo e di esserne allieva come me, commuove il ritrovare molti tratti della sua persona in Michelangelo, che ne è degno erede per moralità e sensibilità. Tra i due c’è una sorta di ‘staffetta generazionale’ che assicura la prosecuzione nel tempo di sentimenti al di fuori dal comune, di cui oggi c’è tanto bisogno. Non solo in Africa.

Elsa Marchitelli, inviato il 05 gennaio 2013 dal blog​​

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​ 56 - Narrazione avvincente, fa sorridere e commuovere.Uniche riserve: qualche ripetizione e poi... l'autore si descrive a volte come una macchietta :ma è un uomo, ed anche con gli attributi.Se non lo sa glielo dice un collega e lettore più anziano!

Giovanni Maniscalco, inviato il 05 gennaio 2013 dal blog​​

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55 - Un libro coinvolgente, appassionato, auto-ironico, che interroga e induce alla riflessione. Devo ammettere che l’ho divorato in poche ore (l’autore lo sa) quando era ancora in stampa, come e-book. Ora che ha trovato una degna collocazione editoriale continuo a riprenderlo in mano e a gustarne passaggi già letti diverse volte. Ogni volta ritrovo atmosfere inedite e nuove sensazioni che mi erano sfuggite a una prima lettura. L’intensità delle storie narrate si accompagna a una prosa agevole, accattivante, mai banale, sempre viva. Lessi “Out of Africa” di Karen Blixen con gli occhi di un ventenne durante un mio viaggio in Kenia e in Tanzania nel giugno-luglio 1992, assaporo ora lontano da quei luoghi questa testimonianza di Michelangelo Bartolo che non è soltanto un libro da leggere, ma una voce silenziosa e penetrante che interroga la coscienza di noi Europei. Ho riso, ho pianto, mi sono lasciato trasportare da emozioni intense, ho guardato con gli occhi dell’autore, mi sono immeritatamente sentito parte di una storia. L’Africa che Hegel descrisse “continente senza storia” torna a vivere con passione e allegria in queste pagine. Dobbiamo esser grati a Michelangelo per quanto ci racconta e per quanto vorrà ancora raccontarci.

Luciano Trincia, inviato il 05 gennaio 2013 dal blog​

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54 - Come descrivere in modo ironico e fluido lo svolgimento di una avventura drammatica e quasi sovraumana per il risultato ottenuto.
Pier Luigi Antignani, inviato il 24 dicembre 2012 dal blog​


53 - Tanta fatica e coraggio per curare, in un mondo così diverso. Un medico al confine tra l'Africa e la strana realtà sanitaria del nostro paese.
Giorgio Pellegrini, inviato il 21 dicembre 2012 dal blog​​​

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52 - Il libro è stato scritto con un linguaggio molto fluido e sicuramente molto realistico. Nella lettura mi sono sentito partecipe degli avvenimenti e sicuramente ancora più membro della comunità di Sant'Egidio. Aspetto con ansia la prossima pubblicazione.

Pio Onorati, inviato il 19 dicembre 2012 dal blog​

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51 - Un libro da leggere tutto di un fiato, che ti fa venire voglia di partire, di aiutare, di renderti utile. Non riesci a chiuderlo, devi continuare a leggere, devi sapere se il container è stato sbloccato o se finalmente il ministro ha ricevuto il nostro uomo. Diventi parte della storia, un libro che non si legge, si vive!

50 - Ho letto "La nostraAfrica", divorando il libro come da anni non mi accadeva. Mi ha colpito il "bene" di chi con coraggio aiuta, contro il "male" dell'insensibilità, della burocrazia e della corruzione degli altri. Il racconto, fa riflettere su come pur con risorse limitate si possono salvare migliaia di vite umane e chissà quante di più solo se il Mondo Ricco, nel quale abbiamo la fortuna di vivere, mettesse a disposizione maggiori risorse ben impiegate. L'autore, nel narrare le sue esperienze spesso drammatiche, è stato capace di inserire con buon gusto episodi visti con simpatica ironia che rendono il racconto molto piacevole. Con questo libro farò molti regali di Natale!
Luciano Biscarini, inviato il 17 dicembre 2012 dal blog​
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49 - appassionato, divertente, commovente, impegnato, lieve e poi l'ha scritto Michele Bartolo, aka Federico Carlesi!
Paola Rolletta, inviato il 13 dicembre 2012 dal blog​
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48 - Ho avuto il grande piacere di leggere La nostra Africa su consiglio di un'amica e mi ha appassionato tantissimo; un libro da gustare: fa riflettere e fa sorridere, una vera scoperta!
Luigi Tait, inviato il 12 dicembre 2012 dal blog​
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47 - Un libro che racconta situazioni drammatiche, paradossali e, soprattutto, vere, con una sensibilità lieve e ironica. Mi sono sentita accompagnata in una realtà lontana e ho visto, attraverso gli occhi dell'autore, cose che conoscevo solo superficialmente. Un libro profondo, ma che si legge d'un fiato.
Gemma, inviato il 12 dicembre 2012 dal blog​
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46 - La Nostra Africa è un libro di piacevole lettura in cui si rende simpatico un lavoro impegnativo e di grandi difficoltà. E' la testimonianza di un bravo medico che insieme ad altri riesce a salvare tanti bambini, tanti uomini e donne. La lontana Africa è bella, ma il libro la rende più vicina.
Maria Spaziani, inviato il 07 dicembre 2012 dal blog​
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45 - Ho iniziato a leggere con grande curiosità questo libro che mi ha portato ad appassionarmi sempre più, tanto da non poter far a meno di continuare ad andare avanti sino alla fine trascurando anche le mie vacanze estive, pur di seguire le avventure e le esperienze di questo uomo che ha deciso di donare parte della sua vita a gli altri seguendo e fidandosi del suo istinto e della sua personale chiamata. Un tuffo molto reale e vivo in un'Africa ancora sconosciuta che con questo libro è divenuta un po' più familiare e conosciuta. Un'Africa tanto ricca di storie di povertà e malasalute che ci fanno comprendere quanto si possa fare anche con molto "poco" o forse sarebbe meglio dire con una scelta di vita unica, tanto utile agli ultimi di questo tempo. Un grazie sentito all'autore per le sue sensazioni e le sue storie che ha voluto far rivivere anche a noi "statici" lettori.
Domenico Richichi, inviato il 02 dicembre 2012 dal blog
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44 - In questo libro si rende ragione di un lavoro grandioso, all'inizio giudicato impossibile, quasi deriso, per le difficoltà oggettive che in Africa si incontrano per seguire un protocollo di cura preciso, quale è richiesto per la cura dell'AIDS. E invece, il Dott. Bartolo, il Dott. Carlesi ci raccontano come sia stato possibile mettere su un centro quasi dal nulla, dove oggi si curano e seguono centinaia di persone. I racconti, le storie delle persone che "rinascono" sono commoventi, tanto che sembra di essere accanto a loro. Molto bravo Bartolo come organizzatore, come medico, e... come scrittore!
Germano, inviato il 26 novembre 2012 dal blog​
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43 - Il libro è bellissimo, divertente, ironico, semplice, profondo. Prenoto già il prossimo libro, perché ci sarà, spero.
Valter Saulle, inviato il 26 novembre 2012 dal blog​
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42 - Bravo narratore, bravo nell'esprimere profondamente come si possono trasformare in positivo situazioni difficili e complicate con l'intelligenza, l'umiltà , la generosità e l'amore per il prossimo. Grazie.
Marisa Di Giammarino, inviato il 22 novembre 2012 dal blog​
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41 - Caro dottore, ho letto con interesse e curiosità il suo libro... l'ho trovato interessante e scorrevole ed in alcuni punti molto accattivante... mi ha dato modo di riflettere sul suo lavoro in Africa e di capire finalmente cosa va a fare lì nelle sue trasferte. Mi ha fatto capire che le nostre tante difficoltà, che viviamo nel nostro paese, sono da guardare con un'altra prospettiva e che se facessimo ogni tanto delle capatine in quei luoghi, vivremmo la nostra quotidianità in maniera meno apprensiva. Spero che vorrà dare un seguito a questa edizione... con altre puntate delle sue esperienze in Africa... che vorrei tante volte anch'io visitare. Potrebbe essere un impegno da parte mia... solo nel tempo si vedrà. Le auguro altri successi su questo filone di narrazione.
Marina Fiorentini, inviato il 22 novembre 2012 dal blog​
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40 - E' un libro bellissimo che si legge tutto d'un fiato; mentre leggevo il libro mi sono commossa e divertita allo stesso tempo. Complimenti, dottore! Aspettiamo il secondo volume.
Antonietta Capozzi, inviato il 22 novembre 2012 dal blog​
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39 - Diario di un medico romano, impegnato nella realizzazione di un sogno, nell'Africa più vera e più bisognosa di aiuti, ci fa comprendere quanto portare aiuto possa essere difficile e quanto impegnativo possa essere il contrastare la realtà locale, dovuta alla burocrazia e alla dilagante corruzione. Lo stile leggero, ironico, piacevole del libro è talmente coinvolgente che lo si legge tutto d'un fiato. Dietro la descrizione, scanzonata e ironica, possiamo scoprire la vera anima dell'autore e del protagonista, carica di umanità e volta alla realizzazione della sua missione. Alla fine della lettura sono ammirata e fiera di collaborare con lui, anche se non in questo progetto. Davvero un bel libro da leggere, da consigliare, da regalare.
Anna Rita Moretti, inviato il 22 novembre 2012 dal blog​

​38 - E' un libro fantastico, lo consiglio come ottima lettura. Molto realistico e simpatico al contempo.
Gaetano Biafora, inviato il 21 novembre 2012 dal blog
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37 - In questo libro, oltre a vedere l'umanità e la passione di un uomo che crede nella propria missione, vedo anche la costante ironia che accompagna la vita dello scrittore.
Michele - inviato il 11 novembre 2012 dal blog​

36 - L'umorismo e la dinamicità del dott. Carlesi regalano, pagina dopo pagina, emozioni avvincenti e sempre nuove. Il lettore, catapultato in Africa, ha l'impressione di vivere gli stessi luoghi e le stesse situazioni dei personaggi. Una vera lezione di coraggio per noi occidentali e l'invito a non dimenticarci mai della nostra "vicina" Africa.
Anna Amadeo - inviato il 11 novembre 2012 dal blog
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35 - Si entra in Africa da esploratori di un mondo di bisogni, di sofferenze, di interessi e disinteressi, di corruzione, ma anche di caparbietà, di volontà di cambiare. Michelangelo Bartolo ci rende suoi compagni di viaggio, fra ansie e momenti di ilarità. Personalmente sono stato coinvolto non solo dalla lettura, ma anche dalle attività di solidarietà e di aiuto sanitario con l'autore, che infatti racconta del suo amico cardiologo Giorgio, io stesso. Viene da chiedersi perché un medico, tanti medici e personale sanitario, partano per questi ed altri paesi lontani a portare i propri strumenti e le proprie conoscenze. Alla fine del libro ciascuno darà la sua risposta, ma ce n'è una che le sottende tutte: perché è giusto!
Giorgio Scaffidi - inviato il 31 ottobre 2012 dal blog
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34 - Questo libro scivola lentamente nel pensiero del lettore come il vento leggero si posa sulle foglie in autunno. Anche se affronta un argomento cosi' serio come la lotta all' Aids, lo fa con l'ironia e la leggerezza che gli stessi protagonisti Africani hanno affrontando le avverse condizioni in cui si trovano. Appassiona chi sta leggendo e lascia al proprio lettore un tarlo bonario su come e' serio il problema di questa malattia da quelle parti. Lascia la sensazione a volte lieve a volte gravata da un senso di partecipazione indiretto alle situazione che via via il lettore si trova lungo l’iter della piacevole lettura. Il libro e’ anche pieno di personaggi che danno un senso di umanità immensa ,sembra quasi di conoscerli per come l’ Autore ne sa descrivere tutti gli aspetti ,anche quelli apparentemente insignificanti. Insomma e’ un libro che ho letto molto volentieri…aspettiamo il prossimo .
Salvatore Penna - inviato il 30 ottobre 2012 ​dal blog
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33 - Libro eccezionale sia dal punto di vista narrativo che dal punto di vista testimoniale. E' un tipo di esperienza che appassiona e la scrittura è così veloce che la si affronta , pertanto , tutto d'un fiato. Non ha compiacimenti drammatici né di bravura professionale. Il tono è quello di una missionarietà spontanea, quello di una fraternità naturale che pur essendo religiosa non fa capo a nessuna religione particolare. Oltre al dono della scrittura c'è anche quello di una sensibilità per l'uomo di qualsiasi razza e latitudine. Un certo senso di humor serpeggia in tutto il libro e lo rende addirittura divertente. E' un mix interessante che riporta tale e quale la natura psicologica dell'autore. Ci si commuove e si ride anche. E' la vita così com'è, vera, in questa alternanza di gioia e dolore spontaneamente espressa. Alla fine di una tale lettura ci si sente arricchiti e ammirati.​
Gioia Viola - inviato il 28 ottobre 2012 dal blog

32 - Questo è un libro avvincente, in cui ci si cala sin dalle primissime pagine, ti trovi coinvolto in un avventura di un tizio che più leggi più sei affascinato dalla sua follia nel voler sfidare il mondo. Perché di questo si tratta, un folle, un visionario che concretizza tanti sentire. Dire che è ironico è poco si arriva alle lacrime dal ridere per passare invece poco dopo alla profonda commozione. Ti innamori della storia, ti innamori dei personaggi, ti rendi conto della complessità di un mondo lontano ma anche molto vicino, ti rendi conto di quanto sei ricco fosse solo per l'aspettativa di vita. E' un libro "strano" non comune dove vieni trascinato dove non vuoi, preso per mano e invogliato a "capire" l'Africa, e il titolo rende bene, perché alla fine del libro non puoi non dire, La nostra Africa. Altro aspetto che mi ha colpito è che l'Autore ha questa speciale capacità di far "vedere" il lettore, sembra di essere li, dalla descrizioni dei luoghi ai minimi particolari che fanno essere le persone, i tic, le espressioni, i modi di dire, le frenesie, l'ansia e il tanto ridicolo di quando si vuol sembrare migliori, ecco, Federico Carlesi, il protagonista, è un attento osservatore, e non è cosa comune ma la particolarità è che riesce a trasporre ciò che vede e sente, scrivendo immagini. Non so se ci sarà un seguito a questo libro, ma se fosse, non esiterei un attimo a comprarlo.
​Tino Veneziano - inviato il 28 ottobre 2012 ​dal blog
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31 - Un romanzo che acchiappa il lettore grazie alla scrittura veloce, scorrevole e spesso divertente: ma il contenuto è superiore alla forma, e rende questo libro decisamente degno di essere letto. In mezzo a tante opere commerciali, queste pagine sono come una boccata di aria pura.
Mars Tara - scritto il 1 maggio 2012 ​su amazon.it

30 - Ho letto questo romanzo in meno di 24 ore. Che cosa lo rende avvincente? Tre ragioni tra tante: è una storia vera; il protagonista dà il meglio di sé per salvare migliaia di vite umane; il linguaggio diretto, immediato, dà al lettore la sensazione di essere presente all’interno della storia narrata, e di viverla a fianco dei personaggi. Sono andata a cercare i luoghi (quando c’erano) su Internet: ho ripercorso (virtualmente) alcune tappe, sono stata a Maputo, Chokwe, Beria, Dar Es Salaam, Iringa. Ho visto il cratere di Ngorongoro, ho visitato Usa River, Ruaha Park, Mererani. Ho provato a cercare Masanga e, come si racconta nel testo, sono finita in mezzo al deserto. Peccato che su Google Earth non si possano vedere le stelle! Il tocco lieve dell’autore, che non cade mai nell’eccesso, neppure dove il dramma è reale, ha il potere di catapultare il lettore, in un baleno, dalla commozione, all’indignazione, alle risate. P.S. Un mio parente stretto, a cui volevo molto bene, ha trascorso metà della sua vita facendo il missionario in Guinea Bissau, ed è morto a soli quarant’anni per le conseguenze della malaria che aveva contratto laggiù, proprio come i primi missionari cristiani che, secondo il racconto di Bartolo, arrivarono a Bagamoyo nell’Ottocento.
Marilena - scritto il 30 aprile 2012 su "io scrittore"

29 - E' un libro accattivante che ti lascio sospeso anche se parla di problematiche serissime ma con leggerezza ed ironia. Della serie: impari e ti diverti... non poco.
Piccoloboy - scritto il 9 aprile 2012 su anoobi.it

​28 - Bel libro papà, mi hai stupito molto. Io quando l'hai iniziato a scriverlo pensavo venisse fuori un casino, invece è venuto fuori davvero un libro (e-book) molto divertente, diretto... Infatti non ci sono state parti che mi annoiavano. Insomma un libro che è anche per ragazzi, leggetelo!!!
Matteo Bartolo - scritto il 26 marzo 2012 su anoobi.it

27 - E' un libro che commuove per l'autenticità e genuinità dei contenuti.L'autore, con grande coinvolgimento ma estrema semplicità, ci fa scoprire/riscoprire una realtà troppo spesso poco considerata. Lo consiglio.
Andrea Vasta - scritto il 26 marzo 2012 ​su anoobi.it
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26 - Un sorriso per l'anima! Una lettura rapida piacevole scorrevole. Alla fine pensi: "ALLORA SI PUO' INSEGUIRE E REALIZZARE UN SOGNO!!" Bellissimo da non perdere .
Giovanni Pezone - scritto il 13 aprile 2012 su ultimabooks.it​

25 - Un romanzo avvincente, divertente, ironico; uno spaccato dell'Africa che ti conquista. Un viaggio che fai con l'autore che ti porta a percorrere migliaia di chilometri con impegno e leggerezza. Insomma assolutamente da consigliare.
Stefano Zavatti - scritto il 11 marzo 2012 su bookrepublic.it 
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​24 - Sono convinto che Federico Carlesi, il protagonista de "La Nostra Africa",trascinerà questo libro molto in alto. La possibilità che la sua storia diventi un piccolo caso letterario è innegabile. L’originalità di questo angiologo romano in Africa (anzi “Africania”) infatti, è nel rimanere nei fatti sempre in bilico tra l’antieroe -per antonomasia sconfitto- e il fascino originale di un’esistenza impastata di eroismo. Riga dopo riga, accumula fallimenti, dinieghi, dietrofront e perlopiù rimane -e noi e la sua equipe con lui!- intrappolato in una tela vertiginosa di pastoie burocratiche. Eppure, proprio imparando a superare le “inutilità” si renderà sempre più utile. Al contrario di un personaggio di Svevo ad esempio (da cui l’autore sembra aver ereditato la raffinata ironia) niente accade per caso ma proprio perché Carlesi ha uno scopo: il suo disegno umanitario. Ma Federico Carlesi come detto è così: un eroe umano e un antieroe visionario. Un uomo pigro, capace di mangiare solo frutta per un mese perché non ha voglia di imparare a cucinare e che allo stesso tempo salva la vita di interi villaggi. E proprio quei villaggi lontani, tutt’oggi sconosciuti perfino a google earth (come il medico stesso curiosamente riscontra), per noi lettori di Bartoli, non solo divengono luoghi conosciuti, ma anche straordinariamente familiari.
Paolo Mancinelli - scritto il 10 marzo 2012 su bookrepublic.it

23 - Il quasi sornione protagonista (palese avatar dell'autore) guida il lettore in una inaspettata, delicata, profonda, emozionante, innervosente, speranzosa, amorevole, razionale, incredibile eppure reale realizzazione di un sogno, di una esperienza di servizio internazionale. Il libro si fa leggere tutto d'un fiato e non si può non parteggiare e spesso sorriderne della irresistibile "goffaggine" per il protagonista. FANTASTICO. I SOGNI SI REALIZZANO E SPESSO CON LA FORZA DEL SORRISO E DELLA VOLONTA'.
Raffaele Pezone - scritto il 13 aprile 2012 su ultimabooks.it

22 - Un libro bellissimo commovente ma nello stesso tempo divertente ironico . La passione e la determinazione dei volontari è incredibile!!!
Elena Cara - scritto il 4 marzo 2012 su bookrepublic.it

21 - Un libro serio e nello stesso tempo gioioso, che comunica una grande forza, piena di speranza e di gusto per la vita. Chi come me conosce il dr Bartolo sa che quello che traspare dal suo libro è proprio la forza del suo approccio sulle questioni complesse, un approccio fatto di impegno generoso arricchito dalla forza dell’ ironia, con cui prende molto sul serio gli altri senza prendere troppo sul serio se stesso. La narrazione è scorrevole e avvincente e il Dr Bartolo restituisce così la freschezza di un’avventura tra gli ultimi dell’Africa raccontata con simpatia ed entusiasmo, e condita da quel po’di fantasia che allegerisce la lettura e la rende piacevole e a tratti divertente. Il libro dona l’affresco di un Africa complessa e contraddittoria, lontana dalle semplificazioni a cui siamo abituati dai media, un’Africa afflitta dall’AIDS, con i suoi dolori e le sue attese, dove si incontrano le resistenze e le difficoltà della corruzione e di tanta rassegnazione, ma dove si incontrano anche tanti uomini e donne pronti a lavorare con coraggio per il proprio riscatto e per quello della propria gente Devo dire che quando ho cominciato a leggere il libro non riuscivo più a smettere, e ho preoccupato i vicini che mi sentivano ridere da solo…
Sergio Mesolella - scritto il 2 aprile 2012 su ultimabooks.it

20 - Bellissimo. Concordo con le recensioni già fatte: commovente e divertente allo stesso tempo. Consigliatissimo.
Alex Boer - scritto il 29 marzo 2012 su ultimabooks.it

19 - L'ho letto perché mi è stato segnalato per caso da mio fratello ed è stata una piacevolissima scoperta. Lo consiglio!!!!!
Chiara Manetti - scritto il 26 marzo 2012 su anoobi.it
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​18 - Ironico e appassionato. Libro che affronta un grande problema come quello dell AIDS nei paesi Africani scritto con grande ironia e passione dove si assapora una grande umanità, Da leggere.
Roma 007 - scritto il 25 marzo 2012 su anoobi.it
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​17 - Sono gli appunti di viaggio di un medico italiano in Africa, in lotta contro l'Aids, ma soprattutto contro la diffidenza, la burocrazia e la corruzione locali, nella realizzazione di un programma sanitario che ha consentito la nascita di decine di migliaia di bambini sani da mamme sieropositive. Aneddoti curiosi, scene di toccante umanità, un'esperienza profonda, alleggerita da un tocco di ironia, che arriva dritta al cuore e alle coscienze. Lo consiglio a tutti. Da Leggere!
Lorenzo Manetti - scritto il 24 marzo 2012 su anoobi.it 
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16 - Potrebbe essere una grande sorpresa editoriale! Un diario di viaggio in forma romanzata dell'avventura del programma di cura DREAM per sconfiggere l'Aids. E' scritto in maniera brillante, diretta, sempre con una sottile ironia che rende la lettura estremamente piacevole, coinvolgente, divertente. Una lettura che ti prende, ti coinvolge e ti porta in Mozambico, in Tanzania, e in Africania paese che non esiste ma che è molto più reale di quanto ti aspetti. Tante storie, incontri, avventure e una grande tenacia nel realizzare qualcosa di grande.
Trimp - scritto il 23 marzo 2012 ​su anoobi.it
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15 - Davvero un bel libro! non si riesce ad interromperne la lettura fino all'ultima pagina. Una storia commovente, coinvolgente, ironica che mostra la vera realtà africana: quella dei malati, dei missionari, delle istituzioni, delle difficoltà quotidiane ma anche di come è possibile lavorare insieme e realizzare qualcosa di efficace come è il programma DREAM della Comunità di Sant'Egidio.
Roberto Lunghi - scritto il 4 marzo 2012 su bookrepublic.it

14 - Bellissimo libro. Commovente e divertente allo stesso tempo. Parla di una speranza in una luogo del mondo, l'Africa, che pare non ci sia speranza. Dimostra chiaramente come possono cambiare le cose quando tutti dicono che non si può fare nulla, quando la più grande tragedia Africana, l'AIDS, può essere sconfitta o per lo meno non fare così paura con poche risorse e senza faraonici progetti.
Molto interessante il taglio dato dall'autore che spiega perfettamente cosa vuol dire fare il volontario in Africa (anche se si tratta di una realtà del volontariato un pò particolare come la comunità di S. Egidio). Un libro che si legge d'un fiato, anche se gli eventi a cui fa riferimento si sviluppano nell'arco di quindici anni circa, salvando la vita di migliaia di uomini, donne e bambini.
Enrico - scritto il 15 marzo 2012 su ultimabooks.it

13 - Parla di Africa, di un medico impegnato e di un sogno (DREAM) che si realizza. Molto bello! Un libro da leggere!!!
Rita Cutini - scritto il 15 marzo 2012 su ultimabooks.it

12 - Non solo è un libro di grande spessore umano, ma è anche piacevole e divertente, carico di ironia!
Lorenza D'Andrea - scritto il 23 febbraio 2012 su bookrepublic.it

11 - Il libro non vale i pochi euro che costa... (versione e-book) perché ne vale molto di più!!!!!!! Me lo sono letto tutto d'un fiato e francamente non mi capita spesso. Mi ha commosso e divertito insieme perchè è una storia letta con grande ottimismo e fine ironia. Lo consiglio a tutti, potrebbe essere anche un buon testo per i ragazzi e per le scuole.
Marco Peroni -  scritto il  12 marzo 2012 su ultimabooks.it

10 - Più che un romanzo potremmo dire che “La nostra Africa” è un lungo e interessante reportage sulle missioni africane. L’autore, medico di professione, illustra con una scrittura fluida tutte le vicissitudini, tutti gli incontri, tutte le esperienze maturate durante l’avvio di un nuovo programma di cura e prevenzione per l’AIDS in Mozambico e in Tanzania che lo vedono coinvolto in prima persona. Ed è, a mio avviso. proprio il coinvolgimento personale a rendere viva la narrazione, che procede senza intoppi, coinvolgendo il lettore fino alla fine. Si sente l’Africa pulsare in queste pagine, si sente la fatica degli uomini che tentano di alleviare il dolore altrui, si sente l’impegno profuso e soprattutto si sente la determinazione a portare avanti la lotta contro l’AIDS nel continente africano, nonostante tutte le difficoltà logistiche e finanziare. Una bella lettura da consigliare ai nostri politici.
Giudizio dal concorso letterario GeMS 2011​

9 - So bene che il "mestiere" che una persona si trova a fare dipende da una innumerevole serie di fattori: fortuna, educazione, stato sociale, intelligenza, predisposizione intellettuale e un mucchio di altre cose. Tuttavia - non so perché - dal punto di vista morale,finisco sempre col preferire uno che parte dalla sua città per andare in Africa a curare l' AIDS, alle ragazze che decidono di fare le escort o ai giovanotti che fanno di tutto per inserirsi in opere monumentali come il "grande fratello" o giù di lì. Sbaglierò, forse, ma sono fatto così, e a quest'opera do nove. Voto che solo in minima parte è dovuto all'impegno sociale dell'opera e del protagonista. Il racconto tiene alla grande dalla prima fino all'ultima riga. Il linguaggio è puntuale e preciso, non ha sbavature né verso l'antico né il moderno, scorre bene, non ha inflessioni retoriche ed ed contrappuntato di ottima ironia.
Giudizio dal concorso letterario GeMS 2011​

8 - Finalmente un libro maturo che si legge per il piacere di farlo e non per dovere di ruolo. Il racconto è piacevole, autoironico, a tratti divertente. Narra della generosa battaglia contro l’Aids di un medico volontario in Mozambico. La sua esperienza viene raccontata con garbo e concretezza, fornendo, seppur con leggerezza stilistica, una miriade di informazioni aggiornate sulla situazione africana, massacrata da questo flagello. Genera impressione la constatazione che la lotta sia stata per lunghi anni ostacolata da obiettivi di redditività delle case farmaceutiche. Da un punto di vista espositivo, la narrazione tende forse a sminuzzarsi troppo in una lunga anedottica che, considerata la lunghezza del libro, potrebbe anche, senza danno, liberarsi di qualche episodio marginale. Essa inoltre sottolinea prevalentemente difetti e arretratezze culturali delle comunità locali (il disordine, il pressapochismo, la corruzione, l’ottusa burocrazia) e meno l’effetto devastante dello sfruttamento occidentale che dette condizioni favoriscono, anche se qualche osservazione su questo secondo aspetto c’è e, importante, quella sullo sfruttamento minerario. Il tema mi sembra fondamentale, perché piuttosto che rapinare con una mano, alimentando la corruzione delle classi dirigenti locali, e offrire, con l’altra, una carità pelosa, meglio sarebbe riconoscere il giusto valore ai beni che si prelevano (petrolio, oro, diamanti, ecc.), e lasciare che il continente si sviluppasse con le proprie risorse e identità culturali. L’altro tema che viene fatto solo intravedere è l’inadeguatezza dell’azione delle Ong, che a volte rispondono più a criteri di propria salvaguardia che a quello di favorire lo sviluppo del continente. Se così non fosse non si capirebbe l’aggravarsi della situazione economica africana nonostante l’impegno di tanti. Ma mi rendo conto che un libro è sempre troppo poco per un dramma di tali proporzioni e che, quindi, è già tanto che esso l'abbia così bene richiamato.
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7 - Cronaca di vita vera scritta in modo esemplare ed avvincente, testimonianza di impegno civile trasmessa con ironia e leggerezza. La forma va a braccetto con il contenuto: andante con brio.
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6 - Un'opera complessa, elaborata ma accessibile, monumentale ma sorprendentemente scorrevole; la vicenda di Federico veicola emozioni forti in quanto squisitamente umane. Non necessita di particolari raffinatezze formali per arrivare all'animo di chi legge: la forza di quest'opera è racchiusa nelle vicende stesse, descritte con uno splendido equilibrio tra coinvolgimento e necessario distacco, e nei personaggi, delineati in modo essenziale ed efficace. L'autore non si concede digressioni intimiste, né sfocia mai nel patetico o nello scontato (come ci si potrebbe aspettare, vista la drammaticità delle tematiche trattate: l'AIDS, la povertà ai suoi livelli estremi). L'impressione che si ha è quella di starsi rapportando ad un'opera pienamente autoconsapevole, che dipana la forza del proprio messaggio semplicemente compiendo il proprio percorso e senza concedersi alcun eccesso. All'aspetto sentimentale - di cui un po' si avverte la mancanza - subentra una moderata ma costante ironia, scaturita da un occhio attento su tutto quanto riguarda gli uomini, le loro peculiarità ed abitudini. Tale ironia rende più lieve e piacevole la lettura di quest'opera, un romanzo che non parla d'amore come lo s'intende convenzionalmente, ma è semmai la creazione di un autore innamorato del genere umano.
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5 - Scritto in modo semplice ma curato , scorrevole e senza fronzoli inutili. Decisamente apprezzabile. Inoltre spicca per la precisione delle informazioni. Amo il fatto che non ci si lasci andare al melodramma nonostante l'argomento non sia dei più leggeri o che non si sfoci nella sterilità per un eccesso di distanze. Ottimo equilibrio di sentimenti. L'unica pecca, facendo il confronto con libri notevoli quali la città della gioia, è che non ci sono vite che si intrecciano. Tutto è incentrato sul protagonista, immagino perché è lui che l'ha vissuto in prima persona; le persone incontrate non sono approfondite, appaiono come pallidi fantasmi sullo sfondo della frenesia quotidiana. Non si cerca mai un altro punto di vista. Questo lo rende un po' noioso.
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4 - Intanto grazie all'autore per non aver scritto l'ennesimo medical/ legal/spy triller. Premetto un pregiudizio positivo verso l'argomento che trovo svolto in modo interessante e coinvolgente. L'autore racconta una storia vera, "vera" anche nel pezzo di fantasia e ci regala le sue emozioni con generosità e franchezza. Forse non sarà altissima letteratura, ma, direi, chissenefrega. Un libro che rileggerò. La forma non è molto più che sufficiente, ma merita comunque un 7.
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3 - Leggendo questo testo non si può non pensare a Terzani, che con stile asciutto ci descrive popoli e paesi sempre nell’occhio del ciclone. Certo c’è la retorica del buon samaritano, ma almeno siamo lontani anni luce dagli inverosimili psicodrammi degli altri concorrenti. E’ il pregio è non cedere mai al compatimento, alla gratuita commiserazione, ma tenere sempre un tono adeguato nel rispetto Di questi popoli e delle condizioni drammatiche nelle quali vivono. Ortografia, sintassi, periodare, ritmo narrativo, tutto benissimo ed un 9 è pienamente meritato. L’unica cosa è che non è un romanzo, ma un diario. Un domanda: cosa ci faceva Veltroni in Africa con Claudio Amendola e Max Gazzè, (probabilmente a spese del Comune) quando era Sindaco, ma non era meglio che andava a fare un giro in Autobus In mezzo ai turisti a Roma, che aspettavano per ore alle fermate per poi essere lasciati lì dai pochi mezzi strapieni che passavano (io testimone).
Giudizio dal concorso letterario GeMS 2011​
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2 - Si tratta di un diario-saggio sull'esperienza dell'autore in Africa, privo di aspetti romanzati. La mano è buona, buono è anche il senso dell'umorismo, e l'argomento è sicuramente interessante e trattato in maniera competente e non pedante. Devo però dire che nell'insieme ho finito con l'annoiarmi, perché si ripetono per tutta l'opera moduli molto simili: difficoltà, incontri con burocrati vari, centri di cura. All'inizio tutto è una interessante scoperta, ma procedendo mi ha preso una certa noia. Per quanto l'esperienza narrata sia sicuramente affascinante nella realtà e molto importante, ma non sufficiente a reggere fino alla fine la lettura anche per chi, come me, ha per l'argomento un interesse limitato.
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1 - Onesto diario di missione in Africa di un medico. Una prosa fluida, piana, senza acuti particolari. La storia inanella episodi ora divertenti ora crudamente veritieri in uno spaccato d'Africa visto da un punto di vista europeo. Indignazione e stupore emergono dalla voce narrante e lasciano al lettore la curiosità di saperne un po di più del mondo missionario (laico e non) e della reale situazione africana.
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