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Roberto Gervaso

Scrittore

Ho conosciuto nella vita tanti pazzi: alcuni che fingevano di esserlo, altri esaltati, altri ancora più saggi dei saggi. Uno di questi ultimi è Michelangelo Bartolo, una specie di Giano bifronte, con una doppia, straordinaria vocazione alla medicina, soprattutto quella filantropica, al servizio degli altri, nella fattispecie dei derelitti e diseredati dell’Africa nera, dove è di casa; un’altra vocazione è alla letteratura.

E un talento incisivo,drammatico, ironico, talento di narratore.

Racconta quello che ha visto, e visto con i propri occhi. Non c’è niente nel suo secondo romanzo “Sognando l’Africa in sol maggiore” (splendido titolo) che sia scontato, che sia già stato scritto, almeno con questa conoscenza dei fatti e questo humor.

Michelangelo è il degno figlio emerito di un grande padre, Mauro, il fondatore dell’angiologia. Lo invidio molto, anche perché avrei voluto fare anch’io il medico. Ma ancora di più lo invidio perché sa tenere in mano la penna come quella specie di mozzo mattarello, l’ecodoppler, strumento che, abilmente maneggiato, ti mette a nudo e in bella vista le vene e le arterie.

Se non sapete dove andare in vacanza, andate dove volete. Se non sapete che libro portare con voi, non avete scelte: “Sognando l’Africa in sol maggiore”.

Non è solo un libro da leggere: è anche un libro da vivere. E' la storia di un medico che ha scelto di essere anche un missionario in Africa. Questa è la sua prima testimonianza scritta con passione, vivacità, humour.  Aspettiamo la seconda.

Quando pensi all'Africa, mille pensieri, suggestioni, ma anche ahimè, luoghi comuni, saltano alla mente. Poi leggi il romanzo di Bartolo che ci racconta l’amore per l’Africa come una “favola”. Una favola per i lettori che, malgrado tutto, hanno bisogno di sognare un mondo dove ancora il bene si può trovare.

Catena Fiorello

Scrittrice

Andrea Camilleri

Scrittore

Bartolo ha il dono naturale di saper raccontare cose straordinarie in modo leggero, vivace, divertente e appassionante; ci fa vivere, come fossimo accanto a lui, le sue imprese africane.

E' un libro che mi ha appassionato e divertito. E' una concatenazione di piccoli racconti, di piccoli gioielli incastonati l’uno nell’altro che agganciano il lettore all’amo del libro.

Non è la solita storia struggente sull'Africa ma è la dimostrazione che nella vita c’è sempre un’altra possibilità e che, anche se non si vede,  il sole c’è; è dietro alle nuvole, ma c’è.

Flavio Insinna

Attore

Ricky Memphis

Attore

Ho conosciuto Michelangelo Bartolo per le casualità della vita: dopo una schitarrata serale con vari amici dove i suoi accordi ci hanno intrattenuto per quasi 3 ore, ho capito che il titolo del suo ultimo romanzo “Sognando l’Africa in Sol maggiore” non poteva essere più azzeccato. Un libro che ti appassiona, leggero ma impegnato, divertente ma serio, un romanzo che ti fa ridere e commuovere… insomma, un romanzo che parla di vita, di sogni e ti insegna a sognare.

Sono cresciuto con valori che purtroppo non tutti condividono: valori che fanno bene al cuore e alla mente, valori cristiani ma soprattutto valori che esaltano l'umanità delle persone. Questo periodo, per me molto intenso, ha messo a dura prova la mia fede e ci sono momenti in cui pensi: "perché Dio permette tutto questo?" e non sai darti una risposta. Poi, guardandoti bene intorno e fidandoti di Dio, capisci che per arrivare a concludere

Gabriele Cirilli

Attore

un puzzle c'è bisogno anche del più piccolo pezzettino

che devi cercare intensamente anche in mezzo al casino. Quel pezzettino, all'improvviso e senza nessuna spiegazione, è lì, davanti a te e bisogna solo avere la pazienza e la determinazione di trovarlo e metterlo al posto giusto.

Bartolo è quel pezzettino che all'improvviso è apparso davanti ai miei occhi.

Paola Saluzzi

Giornalista

L’Africa diventa “nostra” grazie a Michelangelo Bartolo: ha viaggiato per noi, curato per noi, guardato anche per noi gli occhi dei bambini. Per ritrovarli, per trovare noi stessi, leggiamo queste pagine: La nostra Africa.

Nel libro ho ritrovato atmosfere e sensazioni vissute nel mio viaggio in Africa per il mondiale 2010. Più che per motivi calcistici quell’avventura  mi è rimasta nella mente e nel cuore per le visite a Soweto e in altri sobborghi di Johannesburg. Realtà che in confronto a quelle raccontate da Bartolo sembrano piccole oasi ma dove era impossibilenon tifare per i diseredati che lottavano per sopravvivere alla miseria e all’Aids, così come non si può non tifare per il medico euroafricano.

Enrico Varriale

Giornalista

Paolo Bianchini

Regista

Non conosco il medico Bartolo perché, pur avendo studiato medicina, i medici non li frequento, non ho mai avuto nemmeno il medico della mutua. Michelangelo Bartolo l'ho scoperto con il libro “La nostra Africa”. Quanti interessi in comune con Bartolo scrittore, il piacere del

bel linguaggio letterario, la vena ironica sempre presente, l'amore per l'Africa. E' stato come leggere la sceneggiatura di un film e il mestiere che faccio mi ha riportato alla memoria i film di Chaplin, quelli di alcuni autori del neo realismo italiano, Monicelli, Germi, Zampa, Comencini, un cinema che parlava di umanità, dei suoi drammi, fortemente caratterizzato da un linguaggio ironico chiaro e diretto.

“Sognando l'Africa in sol maggiore” conferma Bartolo scrittore autentico tra quelli che quando lo conosci hai voglia di scrivergli una mail per chiedergli "A quando il prossimo libro?".  

Chi ha la fortuna di frequentare l'Africa come noi, pagina dopo pagina, si ritrova nelle sue grandezze: la bellezza, la generosità, il dolore. Chi non c'è mai stato, dopo la lettura, andrà ad acquistare un biglietto. Perché l'Africa di Bartolo è un luogo autentico nelle sue tragedie, meraviglioso nei suoi sogni e con un potenziale infinito: se solo i legacci delle burocrazie occidentali non ne limitassero il volo.

Christiana Ruggeri

Giornalista

Lorella Cuccarini

Attrice

Quattro anni fa sono stata in Mozambico e attraverso queste pagine ho scoperto che i ricordi di questi viaggi sono ancora vividi, come se il tempo non fosse passato. E' stata una delle esperienze più forti e toccanti della mia vita e Michelangelo era al mio fianco, guida preziosa e indispensabile.

Un episodio è impresso nel mio cuore: la luce negli occhi di una mamma sieropositiva. Le avevano appena comunicato che il suo bimbo era nato sano.

Non è un libro di viaggi, ma è il viaggio che tutti dovremmo fare per vivere l’Africa di cui noi abbiamo bisogno. Bartolo ce la fa scoprire e vivere con allegria, mentre il progetto DREAM dà speranza e vita a chi ha l’Aids e crea ogni giorno risurrezioni. Tutto da leggere, soprattutto in tempi in cui ognuno è tentato di pensare solo a sé e non sa che la soluzione è fuori. Aria buona, pulita, intelligente, controcorrente.

Mario Marazziti

Giornalista

I medici non sanno scrivere. L'Africa è disperante e vuoto a perdere. Contro l'AIDS non c'è niente da fare. E poi non ci sono i soldi. In un libro solo, l'AIDS si cura, Michelangelo Bartolo è un medico che sa scrivere, eccome, l'AIDS in  Africa è l'occasione per inventare la democrazia dal basso, a partire dalle donne, e la vita, con i bambini che nascono sani, figli del programma DREAM.

Siamo tutti un po' malati di lagna. Ma c'è un medico che ci cura con questo libro. L'Africa eterna malata è la medicina della vita che si espande, allegra, in "Sol maggiore": Questo libro guarisce dai pregiuidizi, fa ridere, fa capire. Miracoli africani. Da non perdere.

Giobbe Covatta

Attore

Se penso alla “mia Africa” mi appare una piccola bocca nera e stanca che succhia da un grinzoso capezzolo nero di un seno nero già vuoto. Nella metafora di quel disperato continente, quella bocca insaziabile, che succhia fino a prosciugare, siamo noi.

Grazie al mio lavoro, ho avuto in varie occasioni l’opportunità di visitare l’Africa. Ci sono stato con molti studenti delle scuole romane con i quali abbiamo organizzato gemellaggi con giovani degli slum di Nairobi. Forse è anche per questo che ho potuto apprezzare ancora di più il libro di Bartolo, per quella sua

Paolo Masini

Assessore Roma Capitale

innegabile capacità di farti tornare in Africa, farti viaggiare nei luoghi più inesplorati, scoprire aspetti, storie, donne, uomini che creano incanto, partecipare agli eventi drammatici così come godere dell’infinita umanità delle persone che vi abitano. Complimenti, allora, a questo libro, un viaggio bello, originale, denso,nell’Africa più vera, scritto con la profondità dello studioso e la leggerezza dell’innamorato.

Walter Veltroni

Politico

E' un libro che trasuda umanità. Nel gesto civile del medico che cura, assieme alle malattie di popoli vessati, le piaghe della nostra coscienza. Tra punte di disperazione e speranza, in queste pagine c’è tutta la luce unica e impressionante degli occhi dei bambini africani.

Questo romanzo è una risposta efficace al libro di Dambisa Moyo - "La carità uccide" - non foss'altro perché, andando al di là dei soliti stereotipi infarciti di paternalismo, ci offre un affresco dignitoso di una realtà africana, anni luce distante dal nostro immaginario. L'autore riesce davvero con perspicacia a concentrare l’obiettivo sui volti della gente, sulle luci e le ombre di una delle tante periferie, raffigurando l’esistente in un’immagine dove il particolare è in armonia con il generale, conferendo all’insieme, per così dire, un effetto dinamico e dunque vivente. Parole, quelle di Bartolo, che rendono efficace la congiunzione tra Spirito e Vita e soprattutto aderenti alla filosofia di chi fa cooperazione. Una narrazione, dunque, dove la circolarità - quella del dare e del ricevere - diventa il paradigma "della globalizzazione della solidarietà"

Giulio Albanese

Missionario e giornalista

Riccardo Cristano

Giornalista

Questo non è un libro sull’Africa, né sul progetto DREAM, il primo che cura i malati di Aids. Non è neanche “una storia”, come oggi si ama tanto dire. 

Piuttosto lo definirei un ritratto dell’empatia, quella che possiamo sforzarci di non vedere, ma che nessuna disillusione può spegnere.

Ho visto quello che Bartolo ha fatto. E' la volontà serena, semplice, consapevole, di coltivare l’amore e la vita. Se ho potuto dare qualcosa, è stato un breve sollievo. E' molto di più quello che ho avuto. E rileggerlo in queste pagine fresche e vere, rinnova ogni emozione e, da musicista, il ricordo dei suoni d’Africa e della sua meravigliosa musica.

Max Gazzè

Musicista

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